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Sindaci fragili, Paese più debole

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IMPRESE & LEGALITÀ

Sindaci fragili, Paese più debole

Ogni vicenda di cronaca o di cronaca giudiziaria che riguardi un sindaco, solleva interrogativi sulla caratura dei candidati, in particolare su quale livello etico sia oggi accettabile per non sentirsi impresentabile.
Identiche domande valgono per i partiti che formano o appoggiano i candidati, per chi li vota, per le strutture amministrative che si fanno concave a ogni cambio di poltrona, per il tessuto economico che accetta eventuali pretese, adeguandosi allo stile dell'eletto di turno anziché sdegnarsene.
Eppure, il 70% dei Comuni italiani conta meno di 5mila abitanti e tutti sanno tutto di tutti, tanto che non dovrebbe essere difficile sapere se votare o no qualcuno. A meno che il voto a personaggi inadeguati o fraudolenti non implichi una domanda di convivenza perfettamente coerente a un'offerta di bassa qualità.

Della sindaca ex M5S di Quarto si è già detto molto. Al momento siamo al ritiro delle dimissioni con l'appoggio del Consiglio comunale – opposizioni comprese – e dunque con l'accordo virtuale di tutti i cittadini, evidentemente non così scandalizzati dalle irregolarità in campo edilizio.
Lo stesso valga per sindaco e assessore di Bagheria, in provincia di Palermo, sempre M5S e sempre impantanati in confusi iter burocratici di sanatorie edilizie proprie e di famiglia.
Volendo credere alla loro buona fede, resta il fatto che questi giovani amministratori – laureati, i curricula regolarmente online – siano il prodotto di contesti civici sfibrati e per nulla dubbiosi della loro compliance con i dettami di legge, i decaloghi di partito, la deontologia di un eletto dal popolo.

Agli occhi loro e a quelli dei vertici M5S, inspiegabilmente silenti per questo lassismo sul versante “casa&famiglia”, la tacca sufficiente per l'asticella etica è quella che esclude rapporti con la criminalità organizzata: su quello (per fortuna) non si transige più. Tanto che, dopo i casi di Quarto e Bagheria, per uscire dall'angolo il Blog grillino ha lanciato l'hashtag #BindiFaiIlTuoDovere, invitando la commissione Antimafia a indagare su Reggio Emilia, dove è spuntata la parola mafia.
Diverso il caso di Brindisi, dove decine di migliaia di cittadini hanno consapevolmente scelto un sindaco, ora agli arresti domiciliari per gravi reati, reduce da diverse vicende giudiziarie, pesantemente indebitato con Equitalia, indagato per una tangente accettata da un'impresa con licenza di inquinare e imponendo ai cittadini una tassa rifiuti tra le più alte del Paese.

Difficile fare peggio, e quindi viene da chiedersi: che governo merita Brindisi? Quali garanzie può pretendere il sistema economico, il quale, se non ha riempito le tasche del primo cittadino, nemmeno ha puntato il dito contro di lui? E quali può offrirne la macchina comunale sorda, cieca e muta lungo quattro sindacature interrotte dal click delle manette?
Allargando l'analisi ad altre aree e tendenze politico-culturali, è difficile comprendere quali aspettative possano nutrire le comunità di Padova, di Albettone (Vicenza) o di Varallo Sesia (Vercelli), dopo aver scelto di farsi guidare da chi predica l'autodifesa armata e si arma egli stesso, pratica l'esclusione sociale, rivendica intolleranza e omofobia. Scelte elettorali legittime, ovviamente, senza alcun camuffamento dei candidati, ben aderenti al sentiment degli elettori e perciò stesso ritenuti in grado di governare.

La democrazia è anche questo, ma le conseguenze di tali livelli qualitativi, moltiplicati per migliaia di Comuni, rendono il Paese fragile e a portata di varie tipologie di malaffare.
Ecco perché impressiona la leggerezza e il cinismo con cui, oltre ogni decenza, i partiti immaginano seduti in Campidoglio o a Palazzo Marino soubrette, giornalisti, conduttori tv, vecchie star del partitismo e della burocrazia dai limiti già sperimentati, solo perché volti di richiamo per gli elettori-spettatori.
Ma è questa, con le ovvie eccezioni, l'offerta politico/amministrativa per l'anno 2016, nonostante le plurime evidenze dei danni già arrecati da incompetenza, inesperienza e asticelle che sembrano incollate in basso. Un'offerta che si può rifiutare.
ext.lmancini@ilsole24ore.com

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