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I tre nodi da sciogliere dell’economia cubana

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dove va l’avana

I tre nodi da sciogliere dell’economia cubana

Cosa resta del castrismo? Tra pochi mesi Raul compirà 85 anni e Fidel 90. Rimarranno due presenze disincarnate ma ingombranti oppure la mitica Revolución cubana si dissolverà in un Cuba libre tutto Coca Cola e niente rum? Un epilogo difficile da ipotizzare, soprattutto perché, negli ultimi 50 anni, tutte le previsioni sul crack dell’economia cubana e sulla rovinosa ritirata dei Castro sono state smentite dalla storia. Sono molti i nodi che il modello cubano non ha saputo sciogliere. La doppia moneta, l’approvvigionamento energetico e il sistema politico con un partito unico.

La doppia moneta

Nel Paese circolano due monete dal 1994. Il peso cubano (Cup), con cui si pagano i salari statali e il peso convertibile (Cuc), equiparato all’euro, il cui cambio è 25 volte superiore a quello del Cup. È con il peso convertibile che si possono acquistare i beni in vendita a L’Avana. Il doppio sistema monetario ha creato due società parallele e rappresenta la distorsione più marcata del governo rivoluzionario. Che paradossalmente ha scardinato il principio di uguaglianza su cui ha costruito la sua immagine. La “libreta”, tessera annonaria con cui ogni famiglia riceve gratuitamente un paniere alimentare, è sempre più inadeguata alle esigenze di una sopravvivenza decorosa. L’erosione di benessere è iniziata con la crisi dell’Unione Sovietica che inviava prodotti a prezzi calmierati in cambio di zucchero. Tra il 1989 e il 1993, quel periodo especial , definito così per la durezza della crisi, il Pil è crollato del 35%, il consumo di carne annuo è crollato da 39 a 21 chili pro capite e quello di pesce da 18 a 8. Alcuni prodotti alimentari, con la diffusione dei mercati “agropecuarios” sono acquistabili con i pesos cubani. Ma tutto il resto lo si paga in pesos convertibili, moneda dura, cui hanno accesso solo coloro che lavorano in ambito turistico oppure ricevono rimesse dagli Stati Uniti.

L’autosufficienza energetica

Il «periodo especial», quella stagione di ristrettezze seguite al tracollo dell’Unione Sovietica, è stato foriero di vari problemi; oltre a quello alimentare è stato quello energetico il più deflagrante. Negli anni a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta vi sono stati continui “apagones”, blackout. Fino a 14-15 al giorno. La soluzione è arrivata dal Venezuela; il governo amico di Hugo Chavez – uno dei pilastri di quella Alianza bolivariana che offriva mutuo soccorso ai Paesi soci – forniva a Cuba circa 90mila barili al giorno di petrolio. Petrolio in cambio di medici e maestri cubani che hanno rafforzato il sistema scolastico e quello sanitario del Venezuela. Un patto di ferro che è durato a lungo. Ora però il Venezuela del presidente Nicolas Maduro vive una crisi drammatica, intessuta di iperinflazione, deindustrializzazione e disoccupazione alle stelle. Il crollo del prezzo del petrolio ha amplificato gli errori del governo di Caracas e Cuba non potrà contare a lungo su questa rendita di posizione. Ecco perché l’approvvigionamento energetico è uno dei fattori critici di (in)successo della Revolución cubana.

Il partito unico

Caduto il muro d’acqua che separa L’Avana da Miami, resta il sistema politico con partito unico. Il governo di Raul Castro ha introdotto riforme importanti, ma il modello politico non è stato modificato in modo sostanziale. I due riferimenti, la Cina e il Vietnam, sono rimasti tali.

La modernizzazione impressa trent’anni fa da Deng Xiao Ping, così quella del Vietnam, il Doi Moi, nuova fase, avviata nel 1986, sono state applicate in minima parte. Il partito unico è un limite per ora invalicato: le elezioni non sono un indicatore del reale sostegno della popolazione al governo: lo scollamento tra sistema di voto ed effettiva adesione alle scelte politiche si è registrato già nel 1998 quando il consenso al partito unico veleggiava attorno al 90%, ma in quelle stesse settimane vennero registrate richieste di visto per gli Stati Uniti provenienti dal 30% degli elettori. AAA….(R)evolución politica cercasi.

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