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Il fattore geopolitico e la volatilità dei mercati

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tassi e crescita

Il fattore geopolitico e la volatilità dei mercati

Non è la prima volta, e non sarà l'ultima, che i mercati reagiscono positivamente a notizie potenzialmente negative. La “numero uno” della Fed Janet Yellen, afferma che il sentiero dell’aumento nei tassi-guida Usa si allungherà nel tempo, perché troppe economie, ombrose e volatili, stanno inciampando, e, se pur fuori dalle coste americane, minacciano la stessa crescita Usa. S&P abbassa le stime per il Pil europeo.

Ma i mercati festeggiano, ignorando i segnali di rallentamento e il debito degli emergenti. Per capire queste divaricazioni non c’è bisogno di ricorrere a disturbi bipolari, basta pensare a quanto i mercati siano diventati dipendenti dalla medicina monetaria.

È bastato che le probabilità di un aumento di 0,25 punti del tasso-guida a fine anno diminuissero al 64% per scatenare il buon umore dei mercati azionari – emersi ed emergenti, non fa differenza – e far calare nettamente il dollaro. Ma è solo l’assuefazione ai tassi bassi – comunque e sempre... – che spiega la volatilità dei mercati? Qualche tempo fa un responsabile di un grosso hedge fund disse che andava a tirare i remi in barca. Non si possono più fare previsioni, diceva, perché sono troppi i fattori geopolitici che sono venuti a complicare il quadro.

In effetti, non ci vuole molto ad elencarli. In Europa le tensioni da crisi migratoria più che compensano l’effetto positivo delle spese per l’accoglienza del milione e passa di profughi che sciamano verso il Vecchio continente. Sempre in Europa le incertezze da Brexit scavano nel conscio e nell’inconscio: una possibile uscita della Gran Bretagna andrebbe a umiliare il progetto europeo e darebbe fiato a separatisti assortiti negli altri Paesi. E le recrudescenze terroristiche rischiano di minare fiducia e voglia di spendere. In America si staglia minacciosa la possibilità che il 45° Presidente diventi Donald Trump, un populista pericoloso. In Cina la roccia dell’assetto autocratico si sta rivelando porosa, e dalla società civile si moltiplicano i segni di insofferenza. Per non parlare del perdurante dramma medio-orientale. Sono problemi, questi, che le politiche economiche non possono lenire. La lezione per i mercati? Allacciare le cinture.

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