Commenti

Cameron debole, più forte Brexit

  • Abbonati
  • Accedi
il rischio politico

Cameron debole, più forte Brexit

Panama Papers incendia l’Europa. E questa volta la fiammata parte dall’estremo nord con le dimissioni del premier islandese Sigmundur Gunnlaugsson. Ma è su Londra e sul premier David Cameron che si concentra il maggior rischio politico vista la coincidenza con lo scontro su Brexit che lo vede in prima linea.Continuapagina 10

E poi appena piu giu, oltre la Manica, tocca ai Le Pen associare il proprio nome al pesante sospetto di elusione se non addirittura evasione fiscale.

Ci mancava solo Solomon Humes, vescovo della Chiesa della Profezia di Dio e pertanto garante davanti al Signore del sistema di elusione fiscale che vede fra i protagonisti Ian Cameron padre, defunto, del primo ministro britannico David. I dettagli su Panama Papers con il nome del prelato di uno sconosciuto ordine religioso stanno accelerando la polemica politica in Gran Bretagna. A due mesi e mezzo dal referendum su Brexit, ovvero sulla permanenza di Londra nell’Unione europea, “sparare” sul premier è esercizio diffuso e pericoloso. Indebolire l’immagine di David Cameron porta inevitabilmente consenso al fronte euroscettico che si sente tradito dal leader dei Tory, troppo allegramente balzato, secondo i suoi detrattori, sul carro di chi vuole mantenere il Regno legato a Bruxelles. I sondaggi più recenti dicono che i fautori della permanenza britannica nell’Unione stanno crescendo ed ora sono maggioritari fra coloro che hanno deciso. Il 51% dei votanti si dice favorevole all’Ue, il 49% invece è contrario: un equilibrio straordinariamete incerto e se lo scandalo Panama papers dovesse montare, schiacciando Cameron in un angolo, la bilancia sulla Brexit ritornerebbe facilmente a favore dell’uscita di Londra.

Per il momento il premier si trincera dietro la linea del silenzio, lasciando confermare al suo portavoce che il fondo Blairmore Holding, a lungo gestito dal padre Ian grazie agli uffici dello studio legale Mossack-Fonseca al centro dello scandalo, è «fatto personale» del genitore. Vicenda privata in cui lui, David, non ha mai avuto un ruolo e quindi nessuna responsabilità qualora dovessero eventualmente emergere comportamenti illeciti. Per ora non ci sono imputazioni, ma l’immagine del leader Tory è sfregiata dalla contraddizione fra gli spifferi che si levano dai files di Panama e le pubbliche dichiarazioni contro l’evasione fiscale.

Il Labour party ieri è partito all’attacco del premier espressamente invitato a «smetterla di aiutare i super-ricchi ad eludere il fisco». L’affondo è andato oltre a un generale appello e s’è concentrato sui territori britannici d’oltre mare. Per Jeremy Corbyn, numero uno dell’opposizione, infatti, Londra ha «enormi responsabilità» in un sistema che consente di aggirare le regole sulle imposte grazie alle Crown Dependencies di Jersey, Man e Guernsey oltre alle isole Vergini britanniche e alle Cayman. Nel 2013, sull’onda della crisi di Lehman, David Cameron mise al centro del G8 la battaglia contro i grandi evasori e la stretta era arrivata a ipotizzare misure sulle isole del Canale e sui territori caraibici che godono di una sostanziale autonomia. I Panama papers oggi al centro dell’indagine sembrano confermare che quanto è stato fatto fino ad ora da Londra non ha mutato l’appeal che esercitano i pezzi di Gran Bretagna al sole dei caraibi su tanti elusori fiscali. Almeno 100mila società create dai legali di Mossack Fonseca continuano, infatti, ad aver sede alle British Virgin Islands secondo i documenti diffusi dal consorzio per il giornalismo investigativo che ha svelato la vicenda.

Fino ad ora il capo del governo inglese non ha mai ipotizzato di sollevare i territori dalla sostanziale indipendenza nel definire la propria legislazione fiscale. La spinta del Labour di Jeremy Corbyn promette, ora, di essere massiccia abbastanza da mettere in gran difficoltà David Cameron accusato di appartenere all’elite socio-culturale del Paese. Una contestazione che il premier non ha molti argomenti per contrastare essendo egli stesso prodotto di Eton e Oxford. Ma se si consolidasse su di lui anche l’immagine di ”amico degli evasori”, il danno alla reputazione sarebbe mortale. E per riflesso il suo contrasto alla Brexit meno appealing per un popolo che resta ancora largamente indeciso.

© Riproduzione riservata