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Il valore del tempo

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l’analisi

Il valore del tempo

Non potendo varare una vera e propria bad bank, il Governo punta su un ventaglio di provvedimenti per aggredire ugualmente il problema dei crediti deteriorati nei bilanci bancari. Le garanzie statali sulle cartolarizzazioni di prestiti in sofferenza, il «veicolo» di sistema attualmente allo studio, la riforma del diritto fallimentare, il provvedimento per tagliare i tempi per escutere le garanzie: si tratta di tanti tasselli di un puzzle che, messi tutti insieme, si spera possano risolvere il problema che affligge le banche. Tutti questi provvedimenti ruotano su un concetto chiave: quello del tempo. Mirano cioè a dare più valore ai crediti inesigibili, riducendo la durata del loro recupero. La domanda è: funzioneranno? Ripristineranno la fiducia in Borsa?

Gli obiettivi di questo «puzzle» sono sostanzialmente due. Il primo - come detto - è di far aumentare il valore di mercato dei crediti deteriorati, in modo che il prezzo che gli investitori internazionali sono disposti a pagare (attualmente intorno al 20% del valore nominale dei crediti stessi) si avvicini il più possibile al valore a cui le banche hanno iscritto i crediti in sofferenza in bilancio (in media al 44% del valore nominale). Vanno in questa direzione tutti i provvedimenti volti a velocizzare i tempi di recupero dei crediti inesigibili, come la riforma fallimentare o l’azione sulle garanzie.

Calcola Mediobanca Securities che basterebbe ridurre di due anni i tempi delle procedure fallimentari (attualmente durano in media 7,8 anni), per alzare del 10-12% il valore dei crediti in sofferenza. Più in fretta un credito viene recuperato, infatti, più il suo valore attualizzato aumenta. È intuitivo capire perché: 100 euro incassati subito, valgono più di 100 euro recuperati tra tanti anni dopo lunghe peripezie in Tribunale. Se il traguardo di ridurre i tempi fosse raggiunto, dunque, il valore attuale dei crediti inesigibili salirebbe. Il secondo obiettivo delle riforme è di far decollare il mercato dei crediti in sofferenza, da anni bloccato. Un mercato che abbia prezzi meno speculativi rispetto a quelli da “avvoltoi” che oggi circolano.

Funzionerà? La Borsa ieri si è mostrata fiduciosa. Ma gli ostacoli restano tanti. I vari provvedimenti,presi singolarmente, suscitano infatti ancora freddezza tra gli addetti ai lavori. È il caso, per esempio, delle garanzie sulle cartolarizzazioni. O anche delle varie riforme della legge fallimentare, che da sole potrebbero non essere sufficienti. Basti pensare che già oggi, a parità di legge, a Siracusa una procedura fallimentare dura 15,4 anni e a Rovigo 4 anni: evidentemente per velocizzare i tempi limare la legge non basta, ma serve qualcosa in più. C’è infine un importante tema sociale: il fatto che dietro la montagna di crediti in sofferenza ci sono migliaia di famiglie e di imprese. Insomma: il Governo ha messo sul tavolo i tasselli, ma l’immagine vera del puzzle è ancora tutta da decifrare. Per la Borsa, per le banche, per le imprese e per le famiglie.

m.longo@ilsole24ore.com

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