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La Borsa saluta la messa in sicurezza delle ricapitalizzazioni

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l’analisi

La Borsa saluta la messa in sicurezza delle ricapitalizzazioni

Due sedute di forte rimbalzo, venerdì e ieri, per le banche a cavallo del piano del Governo sulle banche. Il mercato ha così segnalato, a modo suo, che ogni mossa in direzione di una maggior visibilità, o meglio sulla strada della diminuzione delle incertezze, non può che essere la benvenuta. Del resto è sempre l’incertezza il motore negativo dei mercati.

Quando non sai cosa può accadere in un contesto gravato da molteplici problemi (le sofferenze e i modi e i tempi del loro smaltimento; gli aumenti di capitale tra poche settimane necessari a salvare le due banche venete, ma anche quello propedeutico alle nozze tra Bpm e Banco Popolare) tendi ad amplificare in negativo lo scenario. L’ondata parossistica di vendite che ha investito il settore in Italia, tanto da dimezzare in poco più di tre mesi le capitalizzazioni di mercato per gli istituti più fragili, manifestava tutto il disappunto della Borsa proprio sull’orizzonte più vicino. Il piano del Governo ha messo nell’immediato una pezza sul tema più prossimo, quello dei nuovi aumenti che abbisognano complessivamente di capitali freschi per oltre 3,5 miliardi. La strada con il nuovo fondo è a questo punto tracciata. Quei capitali saranno trovati e si eviterà ogni genere di tracollo che sarebbe nefasto. Il rimbalzo potente delle ultime due sedute dice che quel pericolo scampato era una delle mine da disinnescare.

Ma due giorni di ritrovato ottimismo dopo settimane di crolli, non sono certo un segnale incontrovertibile che i guai in Borsa sulle banche siano da lasciare dietro alle spalle. Garantite e messe in sicurezza le nuove ricapitalizzazioni, il mercato ha tirato un sospiro di sollievo, ma ora attende di capire quanto il nuovo strumento messo a punto dal Governo avrà un impatto effettivo nel limitare al messimo le perdite preventivate dalle cessioni delle sofferenze. Questo è l’altro grande scoglio che il mercato dovrà metabolizzare quando tutti i dettagli saranno definiti. Ci si chiede in Borsa se sia arrivato il tempo di un re-rating del settore.

A guardare alle valutazioni si sarebbe tentati di dire che il fondo è stato toccato. Ci sono banche, quelle più in difficoltà, come Mps e Carige, che quotano un quinto, se non meno del loro capitale netto. Valutazioni da ultra-saldo verrebbe da dire. Ma Carige ha chiuso ancora in perdita e se è vero che Mps ora ha un Roe positivo dopo anni di perdite miliardarie, il mercato prezza in negativo, evidentemente, quella mole di sofferenze che sono il doppio della media del sistema. All’altro estremo dello spettro ci sono le due banche più solide patrimonialmente, Intesa e il Credem che arrivano a essere valutate attorno all’80% del capitale. Neanche le banche ritenute più affidabili riescono a farsi quotare almeno il valore del patrimonio. Per un re-rating deciso, a fronte di un contesto operativo di tassi a zero che penalizza i ricavi delle banche, occorrerebbe veder scendere e di molto il fardello dei crediti malati. Qui ci vorrà più tempo e il mercato lo sa bene.

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