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Berlino contro Bce, chi perde è l'Europa

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schäuble, draghi e fmi

Berlino contro Bce, chi perde è l'Europa

L'attacco del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, alla Banca centrale europea ha provocato reazioni vigorose: dal Fondo monetario, dal governo francese, e soprattutto dalla Bundesbank. La Bce ha scelto di non rispondere e l'incontro di ieri sera fra Schäuble e il presidente dell'istituto di Francoforte, Mario Draghi, sarà servito a un chiarimento, anche se le rispettive posizioni sono difficili da conciliare. La cena è stata derubricata a incontro di routine, già programmato, che fa parte dei normali contatti di Draghi con i governi dell'eurozona. Certo, non c'è da Francoforte alcuna intenzione di drammatizzare lo scontro.

Schäuble ha scelto di parlare all'opinione pubblica tedesca, e soprattutto ad alcuni gruppi che pesano nell'elettorato del suo partito, come i pensionati e i depositanti delle casse di risparmio, in un momento difficile per i democristiani della Cdu, che hanno perso consensi nei recenti voti regionali a favore dell'AfD, il partito anti-immigrati. La Cdu e il partito gemello bavarese Csu sembrano ancora sotto shock dall'emergere, per la prima volta dal dopoguerra, di un partito alla loro destra e non hanno ancora le idee chiare su come rispondere. Prendersela con un outsider, come la Bce, è una soluzione con poche controindicazioni sotto il profilo elettorale.
È chiaro però che la politica monetaria della Bce, come ha ricordato anche ieri il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, deve tener conto di tutta l'eurozona, e non esclusivamente di singoli Paesi, e ancor meno di particolari segmenti della popolazione. Certamente, una politica monetaria condizionata dal ciclo elettorale anche solo dei principali Paesi dell'eurozona sarebbe una politica monetaria senza alcuna chance di rispettare il proprio mandato.
L'uscita di Schäuble rischia anche di essere controproducente: poco meno di un anno fa, AfD, che era stato fondato in funzione anti-euro, aveva subito una mutazione radicale in movimento xenofobo, a seguito dell'ondata dei rifugiati. Ora che questa si sta attenuando, le parole di Schäuble potrebbero aver regalato ad AfD buoni argomenti per riesumare l'euroscetticismo come carta elettorale.

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