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A Rio vince il Made in Italy

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Scenari

A Rio vince il Made in Italy

  • –Maria Luisa Colledani

Un record in vasca a cento giorni dai Giochi è un record di per sé viste le settimane sconclusionate in cui naviga Rio de Janeiro fra impeachment, emergenza sanitaria e proteste. La città, aspettando la fiaccola partita ieri da Olimpia, ha costruito un primato, quello della Piscine Castiglione che, grazie al contratto da oltre 10 milioni di euro per tutte le 18 vasche dell’Olimpiade brasiliana, raggiungerà i 78 milioni di fatturato. «Mai il nostro giro d’affari era stato così alto», conferma Annalisa Colletto, che segue il marketing nell’azienda mantovana. Dopo i contratti ad Atlanta 1996, Londra 2012, ecco le opere in Brasile: «Il Sud America era un mercato - prosegue Colletto - con pochi riscontri anche a causa di alte tasse di importazione e dell’instabilità politica. A Londra avevamo vinto la gara con un progetto molto green, in Brasile ce l’abbiamo fatta garantendo tempi di consegna molto stretti». Resi possibili anche dalle tante piscine temporanee, che, costruite a moduli in meno di una settimana, a Giochi finiti, saranno rimontate altrove, in altri palazzetti per non lasciare cattedrali nel deserto.

I successi di Piscine Castiglione, fondata nel 1961, con 250 addetti ed export in 60 Paesi grazie a piscine pubbliche, private e parchi acquatici, nascono dalla ricerca: «Il nostro settore non è particolarmente innovativo - spiega Colletto - e investire in ricerca il 2/3% del fatturato ci fa avere una marcia in più». La collaborazione con gli atenei di Brescia, Trento e Ferrara fa il resto in questa multinazionale tascabile. Nuovi software per capire prima di ogni realizzazione, quali saranno le eventuali zone di ristagno delle acque, software per disinfettare l’acqua, nuovi accessori da competizione con un occhio attento al design. «Ce lo impone la clientela dei grandi hotel, ambito in veloce espansione». Come quello delle realizzazioni chiavi in mano. Gli enti locali, sempre più in debito di ossigeno finanziario, creano società con Piscine Castiglione, che realizzano la piscina, restando poi soci nella gestione degli impianti. Anche questa è innovazione.

Matrimoni olimpici

La ricerca è il vangelo di altre due aziende italiane in corsa ai Giochi da decenni. La Mondo di Gallo d’Alba (Cuneo), un impero da 230 milioni di fatturato nel settore della plastica, ha iniziato a posare i propri materiali per le piste d’atletica ai Giochi di Montreal 76. A Rio 2016 saranno trent’anni di matrimonio olimpico, una storia nata con Edmondo Stroppiana (“Mondo” per tutti) che nel 1948 cominciò a produrre palloni per la pallapugno facendoli cuocere al fornaio del paese: «Le piste sono il nostro orgoglio - dice Maurizio Stroppiana, direttore della divisione Sport - e rappresentano circa il 15% del fatturato. Proprio in Brasile, alcuni anni fa avevamo iniziato un progetto con il governo per dotare tutte le università di un centro sportivo, ma la crisi e l’instabilità hanno fatto rallentare tutto e per ora abbiamo creato circa la metà dei cento impianti». Nonostante ciò, sul tartan ubiquo della Mondo, ogni anno, corrono 260 milioni di sportivi e 150mila atleti. Un record anche questo, oltre a quelli che nelle Langhe si aspettano dal fulmine Bolt sui nuovi materiali in fase di installazione allo Stadio Olimpico di Rio. Ma le piste – si lavora anche a una superficie da jogging, in collaborazione con Nike - sono solo la punta di diamante della produzione della Mondo che spazia dai giocattoli all’erba sintetica, dai pavimenti in plastica alle attrezzature sportive indoor e outdoor.

Anche Technogym ha lunga tradizione con i cinque cerchi. Da Sydney 2000 fornisce le attrezzature delle palestre: saranno un migliaio le macchine in quindici strutture, compresa la palestra del Villaggio Olimpico. La società, vicina alla quotazione, ha vinto la gara di Rio perché ha messo sul piatto anche 50 personal trainer sempre a disposizione e una tecnologia cloud con cui gli atleti possono consultare sempre il loro profilo di allenamento e l’esperienza brasiliana, le notazioni, le eventuali critiche degli atleti saranno importanti per migliorare ancora macchine e strumentazione.

Sempre in corsa

Dopo aver prodotto i seggiolini di otto dei dodici stadi del Mondiale 2014, il gruppo bergamasco Radici, colosso da 1 miliardo di giro d’affari nella chimica, nelle materie plastiche e nella filiera delle fibre sintetiche e dei non tessuti, replica ai Giochi firmando l’allestimento di cinque siti olimpici: Centro Olimpico de Tiro Esportivo, Arena da Juventude, Centro Olimpico de Hóquei, Arena do Futuro, Centro Aquático Maria Lenk. Lo fa con Radici Plastics Ltda, che garantisce plastiche dalle alte performance: «In vent’anni di presenza sul mercato brasiliano, abbiamo sempre cercato di garantire innovazione, qualità, sicurezza, massima personalizzazione, e ora stiamo raccogliendo i frutti», dice Jane Campos, ceo della società.

Anche Engineering, attraverso la propria controllata brasiliana, sta lavorando per i Giochi: fornirà i sistemi radio che collegheranno stazioni e mezzi lungo la Linea 4 della metro, quella vitale per gli spostamenti di atleti, allenatori e turisti. È un’arteria indispensabile, è una corsa contro il tempo: i test sono già stati fatti ma, senza alcune opere civili, le installazioni vanno a rilento. Ora sta ai brasiliani correre a perdifiato verso il 5 agosto.

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