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Italia-Cina, un nuovo inizio

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vertice bilaterale

Italia-Cina, un nuovo inizio

Si profila un’intensa settimana nelle relazioni tra Italia e Cina. Tocca alla Farnesina, infatti, ospitare venerdì 5 maggio la settima Riunione del Comitato Governativo Italia-Cina, la cui sessione plenaria sarà aperta dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni e dal Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Popolare cinese, Wang Yi. I due Ministri si incontreranno a Villa Madama, e nel pomeriggio apriranno i lavori del Business Forum Italia-Cina, uno strumento bilaterale di consultazione creato per individuare le reciproche opportunità di business in settori precisi e che sin dalla nascita ha ricevuto dall’ambasciata italiana a Pechino un forte impulso e che oggi vede coinvolto il top delle imprese italiane e cinesi.

Sintetizza Marco Tronchetti Provera, co-chairman del direttivo del Business Forum con Tian Guoli, numero uno di Bank of China: «A un anno e mezzo dal primo incontro dell’ottobre 2014 e dopo la ricostituzione del Consiglio Direttivo, questa riunione va considerata come un nuovo inizio, destinata principalmente a stabilire metodi di lavoro e ad identificare le priorità che verranno espresse dal Direttivo e dall’Assemblea Plenaria. Vogliamo ottenere la messa a punto di un piano di azione da sviluppare nel corso dei prossimi anni e la certezza che questo piano di azione sarà condiviso e sostenuto dagli imprenditori e dal Governo, che già ha manifestato una precisa volontà di maggior e più efficace presenza in quel grande Paese che è la Cina, il cui sviluppo è stato, e continuerà ad essere, un motore nello sviluppo globale».

L’equilibrio di pesi tra Italia e Cina resta un elemento di disequilibrio tra i due sistemi produttivi, tuttavia nel 2015 il volume dell’interscambio tra Cina e Italia è aumentato dell’8.5%, pari al 38.6 miliardi di euro, l’esportazione italiana verso la Cina è stata pari a 10.4 miliardi di euro (-0.7%) e l’esportazione cinese verso l’Italia di 28.2 miliardi di euro (+12.3%). L’Italia continua a a offrire al mercato cinese prodotti di qualità come macchine, prodotti di alta tecnologia, farmaci, abbigliamento e accessori, agroalimentari, autoveicoli, cuoio lavorato.

Sul versante degli investimenti reciproci, la cooperazione finanziaria è cresciuta rapidamente: negli ultimi anni, i progetti italiani d’investimento in Cina hanno toccato i 6,5 miliardi di dollari, mentre l’Italia è diventata una delle principali destinazioni degli investimenti cinesi in Europa. Nel 2015 è stata al primo posto con oltre 7.5 miliardi di euro, incluso l’investimento da 7,1 miliardi di euro da parte del gruppo ChemChina, tra le maggiori operazioni effettuate all’estero da parte cinese negli ultimi anni. Il gruppo Fosun ha acquistato l’ex sede Unicredit in piazza Cordusio a Milano, China Construction Bank e China Industrial and Commercial Bank hanno aperto rispettivamente filiali a Milano e a Roma. A fine 2014, il numero delle imprese con capitali cinesi presenti in Italia è arrivato a quota 282.

Notevole lo sviluppo nel settore di turismo, anche grazie alla positiva partecipazione cinese all’Expo di Milano, oltre tre milioni di cinesi hanno visitato l’Italia, le quattro maggiori compagnie aeree cinesi hanno aperto voli diretti tra Roma, Milano e le principali città cinesi come Pechino, Shanghai, Xi’an, Chongqing, Guangzhou e il recente sblocco di Alitalia su Roma è un altro segnale.

Anche la collaborazione istituzionale tra Cina e Italia ha registrato una serie di novità, il ministero del Commercio cinese e il ministero dello Sviluppo Economico italiano hanno lavorato per approfondire le collaborazioni nei cinque settori definiti prioritari (ambiente, sanità, urbanizzazione sostenibile, agroalimentare e aviazione) individuati già nel 2014. Il gruppo di lavoro dedicato alla sanità e il gruppo di lavoro sulla green economy, costituiti nell’ambito della Commissione mista, hanno tenuto le loro prime riunioni a Roma.

Gli MoU sugli agrumi e sull’olio di oliva extravergine firmati durante la visita del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin a Pechino hanno accelerato l’accesso dei prodotti italiani mentre si profilano novità anche per l’export di parti di carne suina.

Infine i casi di violazione della proprietà intellettuale, Zegna e Moncler hanno vinto nelle corti specializzate. E l’aria sta cambiando se un’azienda come Furla, di medie dimensioni ma molto ben posizionata, le cui borsette al silicone sono particolarmente apprezzate e amate, ha ottenuto la collaborazione massiccia della polizia del Guangdong dove sono state appena sequestrate circa 18mila borse false Furla, 15 macchine da cucire e vari stampi per la produzione dei falsi, del valore di un milione di euro. Il dialogo serve anche e soprattutto a questo.