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Nibali in cerca di gloria tra le insidie spagnole

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giro di parole

Nibali in cerca di gloria tra le insidie spagnole

Scatta oggi dall’Olanda l’edizione numero 99 del Giro d’Italia, e come sempre, sarà un’avventura straordinaria per il ciclismo mondiale. Permettetemi subito una considerazione. Ancora una volta non mi trovo d’accordo con la partenza all’estero perché questa scelta rischia di innescare solo difficoltà e cadute che non aggiungono nulla alla qualità della competizione. Come da tradizione, il primo appuntamento è con una cronometro (ad Apeldoorn) di 9,8 chilometri.

A questo proposito mi piacerebbe vedere sul podio più alto Fabian Cancellara (uno degli ultimi Mapei boys ancora in circolazione) che insegue il sogno di indossare quella maglia rosa che non è mai riuscito a conquistare. Purtroppo ci arrivano informazioni poco confortanti sullo stato di salute del campione svizzero, sofferente per problemi intestinali. Speriamo in un recupero in extremis.

Il percorso del Giro è tutto sommato abbastanza convenzionale: dopo le tappe olandesi, la corsa riparte dal Sud per risalire l’Italia (con un’interessante cronometro nelle Terre del Chianti) e concludersi con le tappe alpine. Mancano alcune salite mitiche (come Mortirolo e Stelvio) ma devo dire che il percorso si presenta equilibrato e anche piuttosto severo.

Il capitolo dei favoriti parte, ovviamente, da Vincenzo Nibali che torna al Giro dopo tre anni. Il corridore siciliano è in cima alla graduatoria dei papabili alla vittoria finale. Il principale contendente è lo spagnolo Alejandro Valverde che ha fatto una “buona” impressione nelle classiche di primavera ma bisogna verificare la tenuta in una corsa a tappe impegnativa come il Giro. La sorpresa, e l’avversario più serio per Nibali, è il basco Mikel Landa che già l’anno scorso aveva dimostrato di essere uno scalatore molto forte e ora, passato in un grande team come Sky con il ruolo di capitano, potrebbe competere per il successo finale. E sempre nel lotto delle possibili sorprese inserirei l’olandese Tom Dumoulin specialista delle cronometro ma in grado di difendersi in salita e non trascurerei qualche incursione sudamericana come i colombiani Rigoberto Uran e Darwin Atapuma. Sono curioso di vedere il comportamento di alcuni giovani italiani che potrebbero emergere nelle giornate più impegnative della corsa (penso per esempio a Diego Ulissi) oppure nelle volate (Sacha Modolo). A scorrere il percorso del Giro e l’elenco dei partecipanti ho l’impressione che le grandi squadre (da Astana a Bmc, da Sky a Cannondale) faranno di tutto per controllare la corsa ed evitare insidiose sorprese per i loro big.

Il Giro numero 99 si presenta senza dubbio interessante e mi auguro possa consacrare definitivamente Nibali come plurivincitore di corse a tappe ed entrare nell’Olimpo dei grandi campioni. Un’ultima riflessione e una speranza. Che non si ripetano casi di doping oppure di “motorini elettrici” nelle biciclette; un’autentica vergogna per lo sport moderno.

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