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Caltagirone Editore lascia la Fieg

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Caltagirone Editore lascia la Fieg

Il Gruppo Caltagirone lascia la Federazione italiana degli editori (Fieg). La decisione è stata comunicata ieri con una nota stringata: «Il gruppo Caltagirone Editore dopo 20 anni di partecipazione attiva nella Fieg, ha deciso oggi di abbandonare l’associazione per diversità di vedute in merito al futuro del settore e allo sviluppo dello stesso. Contestualmente si sono dimessi tutti i rappresentanti del Gruppo ivi compreso il Cav.

Francesco Gaetano Caltagirone e Azzurra Caltagirone Vice Presidente dell’Associazione». Dopo qualche ora anche la Fieg ha diramato una nota: «La scelta del Gruppo di uscire dalla associazione è conseguente alla decisione del Comitato di Presidenza che, all’unanimità con una sola astensione, aveva invitato le società de Il Messaggero, Il Mattino e de Il Gazzettino a riconsiderare una iniziativa assunta al di fuori non solo delle scelte, ma anche delle logiche associative».

Si conclude così una vicenda che ha visto come risultato finale l’uscita dalla Federazione degli editori di un gruppo quotato a Piazza Affari (ieri Caltagirone Editore ha chiuso in parità a 87 centesimi per azione) presente nel mondo dell’editoria a partire dagli anni Novanta. Oggi alla Caltagirone Editore fanno capo Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, Il Corriere Adriatico, il Quotidiano di Puglia, e Leggo, con le relative edizioni online.

La nota del Gruppo richiama una diversità di vedute sul futuro del settore e le prospettive di crescita con la federazione degli editori. Negli ultimi mesi lo stesso gruppo editoriale ha adottato una decisione strategica che ha incontrato le proteste sindacali da parte del personale poligrafico. Al centro dei dissidi la decisione a fine febbraio di aprire le procedure di cessione di ramo d’azienda delle aree produttive del Gazzettino di Venezia, del Mattino di Napoli e del Messaggero. Una organizzazione, si spiegava nell’ultimo comunicato del Gruppo relativo all’approvazione del bilancio 2015 da parte del Cda, da cui ci si aspetta che «una volta portata a termine possa contribuire positivamente all’efficienza e all’equilibrio economico del gruppo». Sempre in quella comunicazione quella della ristrutturazione del gruppo per aree funzionali veniva descritta come una «necessità».

Secondo il piano dell’editore Caltagirone, 77 addetti ai servizi delle tre testate (amministrativi, diffusione, ufficio del personale, segreteria di redazione) dal 1° aprile sono passati a Servizi Italia 15 srl, società appositamente costituita, ai cui dipendenti viene applicato il contratto del commercio. I lavoratori cosiddetti “produttivi” (stampa, prestampa, archivio, servizi tecnici informatici, area di preparazione, rotative) del Mattino e del Messaggero sono passati, invece, alle nuove Stampa Napoli 2015 srl e Stampa Roma 2015. Le decisioni di Caltagirone hanno scatenato le proteste sindacali che sono sfociate anche in uno sciopero nazionale dei poligrafici che lo scorso 24 marzo ha colpito tutte le testate quotidiane. La Federazione degli editori, come spiegato nella nota, aveva invitato il Gruppo Caltagirone a rivedere la propria decisione.

Con l’uscita di scena dell’editore romano, dunque, Francesco Gaetano Caltagirone ha lasciato il Comitato di presidenza e sua figlia Azzurra, amministratore delegato del Messaggero, il ruolo di vice presidente della Federazione e di presidente della categoria Quotidiani nazionali.