Non è la prima volta che succede, ed è un fenomeno ben noto agli psicologi sociali: può accadere che qualcosa stia diminuendo, e la gente sia convinta che stia aumentando. O viceversa. Il classico esempio è la criminalità: in certi periodi diminuisce, ma l'opinione pubblica, più o meno influenzata dai media, pensa invece che stia aumentando.
A giudicare dal grafico a destra, è successo anche per la diseguaglianza nel XXI secolo. È da una quindicina di anni che non solo la gente, ma anche i media (e molto spesso gli studiosi), denunciano un drammatico aumento delle diseguaglianze nel mondo.
E per sottolineare la drammaticità di tale aumento hanno adottato un termine che, invariabilmente, accompagna la denuncia dell'aumento delle diseguaglianze: le diseguaglianze non solo crescono, non solo crescono molto, ma crescono in modo “esponenziale” (in realtà esponenziale significa solo a tasso costante, ma pazienza…). Ora, dopo questo studio della Fondazione David Hume sull'andamento della diseguaglianza nel mondo, sappiamo che negli ultimi 15 anni la diseguaglianza mondiale, ossia la diseguaglianza fra i cittadini di tutto il mondo, non ha fatto che ridursi.
E questo proprio negli anni in cui la preoccupazione e l'allarme dei media non facevano che aumentare. Fatta 100 la copertura (frequenza della parola “disuguaglianza” ) del 2000, oggi la copertura della stampa di lingua inglese (ma un discorso analogo vale per quella italiana) è salita a 342. Una crescita, questa sì, approssimativamente esponenziale.
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