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il rapporto

Rapporto Unesco: il clima minaccia Venezia e altri 30 Patrimoni dell’Umanità

(Agf)
(Agf)

Venezia addio. E addio alla Statua della Libertà a New York. Alle isole Galàpagos. E addio a Yellowstone con i suoi orsi da cui Hanna&Barbera trassero i cartoni animati di Yoghi nel parco di Jellystone. Sono alcuni dei Patrimoni Unesco dell'Umanità messi in pericolo gravissimo dal cambiamento del clima.
L'Unesco (l'agenzia Onu per la cultura, sede a Parigi) in associazione con l'Unep (il programma Onu per l'ambiente, sede a Nairobi in Kenia) e con Ucs (Union of Concerned Scientists, l'Unione degli scienziati coinvolti) hanno presentato il rapporto drammatico World Heritage and tourism in a changing climate (Patrimonio dell'Umanità e turismo in un clima che cambia) sulle 31 più pregiate mete turistiche in 29 Paesi destinate a scomparire dall'esperienza umana se non si farà qualcosa.

Di Venezia, già è noto. Un clima più mite farà sciogliere i ghiacci ai Poli e di conseguenza alzerà i mari; la città sarà spazzata se le paratoie del Mose non saranno completate e se non basteranno a trattenere fuori dalla laguna i momenti in cui l'Adriatico sarà furioso. Anche il turismo in massa può aggravarne la sopravvivenza, con 1,8 milioni di persone sbarcate dalle temute navi da crociera, con i 10 milioni di persone che ogni anno passano a Venezia una notte in albergo e il doppio di persone che vi trascorrono solamente la giornata, arrivo la mattina e via la sera, in un turismo ciabattone e usurante.

Un clima più mite trasformerà la foresta di Yellowstone in una specie di faggeta appenninica buona tuttalpiù per cinghiali, non certo per gli orsi. La Statua della Libertà che ha accolto milioni di emigranti sui piroscafi, donata dalla Repubblica francese nel 1876 su progetto dello scultore Frédéric Bartholdi e dell'ingegnere Gustave Eiffel (lo stesso della Torre), ha già subito le offese dell'uragano Sandy nel 2012 ma le previsioni climatiche dicono che gli schiaffi saranno sempre più sonori e frequenti. I meravigliosi grattacieli di fango del popolo Dogon del Mali sono minacciati dalla diversa umidità che potrà sfarinarli e dissolverli per sempre. I ghiacciai superbi nei fiordi norvegesi si trasformeranno in modesti nevai. Il panorama mistico di Stonehege in Inghilterra diventerà una banale accozzaglia di pietroni senza suggestione in una campagna banale.

“Il cambiamento del clima altererà le condizioni ambientali di questi monumenti e dei panorami loro associati”

Unesco 

Lo studio pronostica fusione di ghiacciai, perdita dei ghiacci marini stagionali, innalzamento del mare, alluvioni ed erosione costiera, tempeste e mareggiate più intense, temperature più alte per gli oceani e per l'aria, cambiamenti per la vita selvatica e per gli schemi climatici, acquazzoni estremi, mancanza d'acqua, abbassamento del livello dei laghi, siccità e desertificazione, dissoluzione del permafrost e cambiamenti nella distrubuzione delle specie viventi.

«Il cambiamento climatico sta influenzando siti del Patrimonio Mondiale in tutto il mondo», ha detto Adam Markham, autore principale del rapporto. «Alcune statue dell'isola di Pasqua sono a rischio di essere perse in mare a causa dell'erosione costiera. Molte delle più importanti barriere coralline del mondo, anche nelle isole della Nuova Caledonia nel Pacifico occidentale, hanno subito uno sbiancamento senza precedenti dei coralli per i cambiamenti climatici di quest'anno».

Ciò per alcuni siti potrebbe far decadere le caratteristiche in base alle quali l'Unesco aveva assegnato lo status di Patrimonio dell'Umanità.

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