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I tassi a zero e la medicina dell’ottimismo che non c’è

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le vie della crescita

I tassi a zero e la medicina dell’ottimismo che non c’è

Zero. Trilussa ne parlava male: «Conterò poco, è vero - diceva l’Uno ar Zero - ma tu che vali? Gnente: propio gnente. Sia ne l’azzione come ner pensiero rimani un coso voto e inconcrudente». I risparmiatori tedeschi sarebbero d’accordo con Trilussa. Quello zero – o peggio – della remunerazione del risparmio (il tasso sotto zero ha raggiunto anche i Bund a 10 anni) sembra qualcosa di anomalo, per non dire di sacrilego. I risparmi, messi assieme col sudore della fronte, non meritano di essere trattati così. «Non tutti i tedeschi credono in Dio, ma tutti credono nella Bundesbank», disse un giorno Jacques Delors. E l’avversione della Bundesbank ai tassi a zero fa pensare a un’altra antica avversione, quella del popolo italiano alla tassa sul macinato; un’avversione, scrisse Riccardo Bacchelli, «fatta più calda, nei semplici, dall’idea che toccando il pane si toccava in qualche modo anche la religione, in quel che lo faceva sinonimo...della grazia di Dio».

A pochi giorni dalla Relazione annuale della Banca dei regolamenti internazionali, la temperie dell’economia internazionale presenta una sfida anche per le eccellenti (e spesso profetiche) analisi della Bri. Tassi a zero o sotto zero, inflazione a zero o sotto zero, fiumi di liquidità che continuano a uscire dalle Banche centrali, crescita non entusiasmante quando non deludente... Il tutto sullo sfondo di un debito privato che lievita, spinto anche dai tassi bassi.

Un debito che tuttavia va più a ingrossare operazione finanziarie o prezzi delle attività che investimenti. Perché, con un costo del capitale così basso, non si fanno investimenti? Forse per due ragioni. La Grande recessione ha lasciato ferite più profonde di quel che si pensava, e quel motore della crescita che è l’ottimismo nel futuro si è ingrippato. Poi, quello stimolo alla domanda che, in queste circostanze, non può che venire dal pubblico, è negato dall’horror deficit. Adair Turner, l’ex presidente della «Financial Services Authority» e uno dei più acuti osservatori della scena mondiale, vorrebbe uno stimolo coordinato delle politiche di bilancio delle principali aree del mondo. Succederà? «Forse era ver, ma non però credibile», scrisse l’Ariosto a proposito della verginità di Angelica.

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