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Il Fai riapre il podere che ispirò Montale

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Cultura & Società

Il Fai riapre il podere che ispirò Montale

Una donazione inaspettata di una società immobiliare al Fondo ambiente italiano e l’intervento della Fondazione Zegna con un sostegno economico di 1,5 milioni di euro versati in tre anni; sono gli elementi che hanno consentito al Fai di mettere in piedi un progetto di recupero e salvaguardia dell’ambiente unico nel suo genere, con l’obiettivo anche di incrementare l’offerta turistica del Parco nazionale delle Cinque Terre. Ieri ha aperto al pubblico, dopo una completa ristrutturazione, il Podere Case Lovara presso Punta Mesco (Levanto), uno dei luoghi cantati dal poeta Eugenio Montale. Alla cerimonia ha preso parte il sottosegretario dei Beni e delle attività culturali Ilaria Borletti Buitoni (già presidente del Fai). L’area in questione misura 45 ettari e conta tre fabbricati rurali sul sentiero, all’interno del parco, che collega Levanto a Monterosso. Un sentiero sul quale, ha ricordato Anna Zegna, presidente della Fondazione di famiglia, «transitano ogni anno 700mila turisti». I fabbricati e i terreni di Punta Mesco sono al centro, spiegano al Fai, di un progetto sperimentale applicato al recupero e alla gestione produttiva di un paesaggio che, da secoli, «lega una forte impronta umana a uno scenario naturale che necessita della massima tutela». Tutto nasce dalla volontà di «reagire all’abbandono del paesaggio rurale storico, fortemente caratteristico di quel tratto di Liguria, ripristinandone l’aspetto e l’uso agricolo tradizionali». Il podere di Punta Mesco, ha affermato Marco Magnifico, vicepresidente esecutivo del Fai, «è stato donato al Fondo ambiente italiano nel 2009 da Alessandro Piva, amministratore di un’immobiliare di Monza, che aveva acquistato i terreni, con l’obiettivo di costruirvi villette, poco prima che l’area diventasse zona protetta, con divieti strettissimi, non solo di edificazione ma perfino di ristrutturazione dei muretti a secco e delle aree dedicate in passato all’agricoltura». Dopo la donazione, quindi, abbiamo dialogato con il Parco, con il ministero, con la Regione Liguria e le istituzioni. Alla fine il progetto è stato approvato e abbiamo creato una società agricola del Fai. Ma a Case Lovara non torneranno dei contadini. Il podere resterà un sito aperto ai visitatori che potranno vedere come in passato si manteneva il territorio e assaggiare produzioni fatte in loco». Nel podere, inoltre, il 60% del fabbisogno energetico sarà prodotto da fonti rinnovabili senza impattare sul paesaggio e l’acqua piovana verrà immagazzinata in cisterne mentre le acque reflue saranno depurate e riutilizzate per l’irrigazione e gli scarichi sanitari. L’area recuperata comprende finora due edifici , una parte del terreno a disposizione e 600 metri quadrati di muretti a secco. Recentemente Deutsche Post Foundation ha versato 350mila euro per Case Lovara e anche Lukart e Ikea Italia (quest’ultima dando 2 euro per ogni albero di Natale restituito) hanno sostenuto il piano per Punta Mesco. Ma per completare il progetto, ha aggiunto Magnifico, «occorre ancora una cifra vicina al milione. E per averla abbiamo bisogno dei fondi Ue Psr indirizzati allo sviluppo rurale». E su questo punto ha assicurato un interessamento della Regione Liguria l’assessore alla Comunicazione e alla cultura, Ilaria Cavo, precisando però che la competenza, su questo tema, è dell’assessorato all’agricoltura. La Cavo ha anche ipotizzato un evento, proprio a Case Lovara, in occasione delle celebrazioni del 120° anniversario della nascita di Montale, in ottobre.

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