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Un poker di novità sui report non finanziari

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Scenari

Un poker di novità sui report non finanziari

  • –Elio Silva

La rendicontazione non finanziaria, che integra i dati di bilancio con informazioni relative alle performance di carattere ambientale e sociale, incontra sempre maggior favore e inizia a diffondersi anche tra le imprese e nella pubblica amministrazione.

Nella prima metà dell’anno almeno quattro novità segnalano la consistenza del trend. Ha iniziato la legge di Stabilità 2016, introducendo nel nostro ordinamento giuridico la figura della Benefit corporation, o B-corp, definita come una forma di società commerciale che persegue, accanto allo scopo di lucro, obiettivi di vantaggio per persone, comunità, territori, ambiente. Chi intende assumere la veste di B-corp deve inserire gli obiettivi di responsabilità sociale nello statuto e gli amministratori vengono “impegnati” anche formalmente a contemperare le logiche del profitto con le strategie di sostenibilità indicate. Come naturale conseguenza di questo approccio, il bilancio d’esercizio dovrà essere integrato con una reportistica sulle performance perseguite e realizzate in materia ambientale e sociale.

Il secondo elemento di innovazione è rappresentato dall’approvazione, da parte del Governo, della legge delega per la riforma del Terzo settore. Questo provvedimento, a lungo atteso, pone le basi per un riordino strutturale del mondo non profit. È pur vero che gli effetti sostanziali della legge delega si potranno misurare solo in presenza dei relativi decreti d’attuazione, per l’emanazione dei quali è previsto il termine di un anno. Tra i princìpi fissati, però, campeggiano alcuni punti di indiscutibile rilievo, quali la previsione di un Codice unico per il Terzo settore, la semplificazione dei procedimenti amministrativi e, per l’impresa sociale, l’apertura a forme di sia pur limitata remunerazione del capitale conferito. In questo contesto, all’impresa sociale vengono richiesti non solo il bilancio sociale, già previsto dal decreto legislativo del 2006, istitutivo della forma giuridica, ma anche la misurazione di impatto sociale, intesa come strumento per valutare l’efficacia degli interventi attivati, al di là della mera rendicontazione.

Il terzo fattore riguarda l’approvazione da parte della Camera, il 22 giugno, di una modifica alle norme sulla legge di bilancio che impegna il Governo ad allegare al Def, il Documento di programmazione economica e finanziaria che annualmente detta le linee della politica economica, una relazione riferita al Bes, il complesso di indicatori del Benessere equo e sostenibile. La novità era stata sollecitata da diversi economisti e, in particolare, da Enrico Giovannini (si veda Il Sole 24 Ore del 1° giugno scorso), portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile e già presidente dell’Istat, che ha elaborato gli indicatori. Nell’allegato dovrà essere presente anche l’evoluzione degli indicatori nel periodo di riferimento, anche sulla base delle misure previste per il raggiungimento degli obiettivi di politica economica. Il ministero dell’Economia dovrà, inoltre, presentare una relazione alle Camere entro il 15 febbraio di ogni anno, per illustrare l’evoluzione del Bes sulla base degli effetti determinati dalla legge di bilancio.

Da ultima, ma non certo in ordine d’importanza, è attesa per l’inizio di ottobre la bozza del decreto di recepimento nel nostro Paese della direttiva Ue 95/2014, che richiederà alle imprese con oltre 500 dipendenti, dal 1° gennaio 2017, di rendere pubbliche, oltre alle informazioni di bilancio, anche le performance in materia ambientale e sociale, le policies in tema di diritti umani, anticorruzione e di genere. Un deciso salto di qualità, sia pure con la consueta modalità “soft” del criterio comply or explain, che non esclude in assoluto la possibilità di sottrarsi all’adempimento, ma richiede che l’eventuale decisione sia suffragata da solide motivazioni.

elio.silva@ilsole24ore.com

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