Nonostante il modo, colpevolmente sommesso e ostinatamente individuale, il Nordest continua a fare innovazione. Il periodo della crisi ha costretto l’area a guardarsi allo specchio e ad accorgersi che gli “anni delle vacche grasse” non ci sono più e che la via per ricominciare non può che essere l’innovazione di prodotto, di processo, di comportamenti imprenditoriali, di cultura. Passando per la globalizzazione e l’apertura all’esterno – da sempre un po’ ostica da queste parti dell’Italia – e sfruttando l’ansa di perdere ciò che si è guadagnato in questi decenni (fatturati, quote di mercato, credibilità all’estero, specializzazioni meccaniche altissime), le imprese hanno dimostrato negli ultimi dieci anni una vigorosa sterzata verso gli investimenti in ricerca e sviluppo. Anche negli anni della crisi.
L’accrescimento del contenuto tecnologico delle produzioni ha permesso il recupero dei livelli pre-crisi in molte realtà imprenditoriali, non solo di grandi dimensioni (dati Banca d’Italia). Gli artigiani sono diventati digitali, la manifattura 4.0 trova le sue declinazioni, ancor prima che negli incubatori d’impresa o nei parchi scientifici – seppur numerosi –, all’interno dei centri di ricerca aziendali, a cui ormai quasi tutte le aziende strutturate dedicano un numero elevato di giovani e talentuosi ingegneri. Manca ancora l’evocato raccordo tra università e imprese, anche se moltissimo si è fatto, e non è ancora a sistema la dispersione in mille iniziative, ma l’innovazione c’è ed è concreta. Lo sanno bene i protagonisti che oggi a Oderzo animeranno, presso ThePlace dell’azienda Nice, il terzo “Viaggio nell’Italia che innova – 1° Meeting Pmi. Passaggio a Nord-Est”, progetto del Sole 24 Ore, di Confindustria e della Piccola Industria di Confindustria, in collaborazione con EY. Durante l’incontro verrà diffuso l’Osservatorio Innovazione elaborato da EY e Confindustria, un’indagine sugli aspetti dell’innovazione legati alla trasformazione digitale che analizza i dati del livello d’innovazione digitale delle imprese nella Regione Veneto.
Protagonisti della giornata e del futuro innovativo, gli imprenditori presenti racconteranno le loro storie. Tante e straordinarie. C’è Irinox, specializzata in produzione di abbattitori rapidi di temperatura e quadri elettrici in acciaio inox; Zintek, gioiello che produce laminato in zinco-titanio; Ergolines Lab, società nata in Area Science Park, Trieste, che sviluppa sensori e macchine elettriche per il controllo dei processi siderurgici. E ancora: Solwa, ha ricevuto il premio dall’Onu per il progetto per la desalinizzazione e potabilizzazione dell’acqua basato sull’utilizzo di energie rinnovabili. Sinteco A Bucci Automations, produce sistemi di automazione e robotica per vari settori. Ferdiam, spin off di Dellas, sviluppa nuove applicazioni per il diamante man made. E poi Fope, Thun, Pasta Zara, Due Ancore, Zanardo Servizi Logistici e Mavive: tutte imprese cresciute grazie all’innovazione. In un terreno la cui fertilità è attestata anche dal fatto che Infineon Technologies, la più grande azienda tedesca produttrice di semiconduttori, ha scelto Padova per la sua sede italiana delle attività di Ricerca e Sviluppo del Design Centre.
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