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A Milano il salone di cultura e startup

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Cultura & Società

A Milano il salone di cultura e startup

Il Salone del Libro è tornato all’attenzione delle cronache e si parla – sarà vero ? - di un possibile trasloco da Torino a Milano, con appendici in altre città. Proprio a Milano circola in questi giorni una notizia che sembra essere una risposta alle crisi subalpine si direbbe il nunzio dei progetti che formicolano nel capoluogo lombardo. Si tratta, per dirla in soldoni, di un salone dedicato contemporaneamente al libro e alla cultura.

Cosa scontata, dirà qualcuno, ma non si creda che oggi libro sia sinonimo di cultura: ultimamente esso è utilizzato per spettacolarizzare gli incontri, si è trasformato in una specie di scusa. Al contrario, il nuovo salone - i cui contratti sono già stati siglati con Fiera Milano Congressi - desidera riportare i grandi valori culturali al centro dell’attenzione. Qualche dato. La Fiera del capoluogo lombardo, con ingresso da via Gattamelata, mette a disposizione per questo nuova iniziativa che si terrà l’ultimo weekend di novembre, una settimana dopo Bookcity, circa novemila metri quadri di esposizione e sedici sale convegni. Lo spazio sarà dedicato in parte ai libri antichi e di modernariato e in parte a editori grandi e piccoli (anche del genere artigianale); soprattutto l’iniziativa sarà consacrata a incontri culturali in cui saranno presentate le migliori start up operanti nel nostro Paese, legate al mondo dei musei, dei siti archeologici, dell’arte in genere, della comunicazione, dei libri ovviamente eccetera. Con start up si intende, in tal caso, un’impresa che cerca modelli di business ripetibili e sviluppabili o, come dicono gli addetti ai lavori, “scalabili”.

In pratica a Milano sta sorgendo un salone intorno al libro e con il libro, nel quale le attività, i giovani, le scuole, le culture emergenti e quelle in cerca di uno spazio potranno darsi appuntamento. La Fiera ha creduto in questo progetto. Non staremo a elencare tutte le iniziative, che tra l’altro sono in corso di definizione, basterà aggiungere che ha aderito un premio come il Galdus (nato nella realtà della scuola professionale) e altri progetti legati al cinema innovativo realizzato dai ragazzi in età scolare. È insomma una valorizzazione a 360 gradi di tutto quello che non trova ospitalità in altre manifestazioni, meno che mai nei vecchi Saloni del Libro che ormai agognano di trasformarsi in spettacolo. Forse per salvare i numeri, forse perché invecchiati.

Facciamo qualche nome. Le parti dedicate a modernariato e antiquariato sono organizzate da Sergio Malavasi, noto libraio milanese e fondatore del sito maremagnum, nonché organizzatore del mercatino Vecchi libri in Piazza Diaz, ormai un riferimento per il genere da oltre vent'anni. La parte moderna e gli incontri, di cui abbiamo dato solo un piccolo cenno, avranno la regia di Matteo Luteriani, fondatore e timoniere della casa editrice Luni. La segreteria organizzativa è stata affidata a Mara Vitali, che curerà anche l’ufficio stampa: un nome che vanta esperienza, noto a tutti gli operatori culturali italiani.

Ci si chiede, a questo punto, quale sia la vera novità di codesta manifestazione e perché essa dovrebbe rappresentare qualcosa di più di un semplice salone del libro o di una serie di presentazioni. La risposta è presto data: tale laboratorio culturale mette in contatto, senza chiedere nemmeno un centesimo d'ingresso ai visitatori, i giovani che credono nella cultura, gli editori che investono ancora, gli eventuali laboratori, i libri nuovi e quelli dimenticati, scrittori e saggisti con ragazzi delle scuole. Un confronto continuo organizzato accanto ai libri, nel quale si desidera far cadere la barriera tra autore e lettore, editore e creatore. Uno spazio contaminante che in questi ultimi anni è venuto a mancare, sia per la virtualizzazione dei personaggi televisivi (poi diventati modelli e star anche nei saloni del libro), sia per la scarsità di dibattiti veri. Non è esagerato scrivere che stiamo vivendo un'epoca in cui i libri di evasione sembrano letture per evasi e i libri di alta cultura sono sempre più introvabili nei circuiti distributivi e si devono cercare su Internet. Confrontare i diversi momenti culturali significa riprendere un dialogo interrotto alcuni anni fa, quando nelle università si parlava di fantasia al potere.

L'iniziativa che si svolgerà alla Fiera di Milano sarà anche un’occasione per conoscere un’Italia attiva e non nota: ragazzi che stampano libri in casa in cinque o sei copie, editori che realizzano volumi curati nei dettagli con tavole d'artista, progetti di start up che dialogano con la cultura solo con strumenti digitali, autori in cerca di nuove identità. E altre cose. A novembre.

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