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«Il mondo ha bisogno di perdono»

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Cultura & Società

«Il mondo ha bisogno di perdono»

Francesco ripete le parole di Francesco: «Voglio mandarvi tutti in paradiso!». È una visita di appena due ore, quella del Papa gesuita nella patria del santo di cui ha preso il nome ma anche l’insegnamento. Due ore a Santa Maria degli Angeli, la frazione nella piana dove sorge la grande basilica che custodisce la Porziuncola, la chiesetta da cui è scaturito il francescanesimo e luogo simbolo del Perdono di Assisi. E di perdono ha parlato il Papa, rientrato da tre giorni a Roma dopo il viaggio a Cracovia per la Giornata dei giovani, dove ha parlato a lungo di terrorismo, di odio tra le genti, di convivenza e di pace. Prega da solo seduto su una sedia nella Porziuncola – l’occasione è l’800esimo anniversario della bolla di Onorio III che concedeva a san Francesco l’indulgenza – con i capi degli ordini della grande famiglia francescana che lo osservano un po’ distanti. «In questo Anno Santo della Misericordia diventa ancora più evidente come la strada del perdono possa davvero rinnovare la Chiesa e il mondo. Offrire la testimonianza della misericordia nel mondo di oggi è un compito a cui nessuno di noi può sottrarsi. Il mondo ha bisogno di perdono; troppe persone vivono rinchiuse nel rancore e covano odio, perché incapaci di perdono, rovinando la vita propria e altrui piuttosto che trovare la gioia della serenità e della pace» dice il Papa nella sua meditazione di fronte ad alcune migliaia di persone che affollano il grande piazzale di fronte alla basilica, addobbato con una enorme infiorata. Il perdono, dice, è «l’amore del Padre, non la nostra pretesa di giustizia. Fermarsi a questa, infatti, non ci farebbe riconoscere come discepoli di Cristo, che hanno ottenuto misericordia ai piedi della Croce solo in forza dell’amore del Figlio di Dio. Quando siamo noi in debito con gli altri, pretendiamo la misericordia; quando invece siamo in credito, invochiamo la giustizia!», aggiunge il Papa, che a margine del pellegrinaggio incontra brevemente l’imam di Perugia Abdel Quader Mohammed. Non c’è naturalmente solo un fondamento teologico-giuridico nelle parole di Bergoglio, che spiega: «Il perdono è una carezza, è tanto lontano dal gesto “me la pagherai”. Il perdono è un’altra cosa». E ancora: «Perché dovremmo perdonare una persona che ci ha fatto del male? Perché noi per primi siamo stati perdonati, e infinitamente di più. La parabola ci dice proprio questo: come Dio perdona noi, così anche noi dobbiamo perdonare chi ci fa del male».

Fuori programma invita poi frati e vescovi ad «andare ai confessionali» e aggiunge: «anch’io ci andrò». E così fa, subito dopo: resta nel confessionale della basilica per quasi un’ora, ascolta (e assolve) 19 persone, tra i quali anche quattro scout, alcune religiose, una signora in sedia a rotelle e undici volontari del servizio della basilica. La visita del Papa ha visto un discreto aumento delle misure di sicurezza: controlli attenti anche per i religiosi e le borse portate dalle suore. Tutti si sono comunque sottoposti all’operazione senza protestare. «Non ci danno fastidio, anzi ringraziamo le forze di polizia per quello che fanno», ha detto suor Chiara Angelica, dell’ordine francescano missionario di Gesù Bambino.

Prima di lasciare la Basilica di Santa Maria degli Angeli il Papa ha fatto visita ai religiosi malati nell’infermeria del convento e poi ha lasciato in dono quattro mattoni dalle porte sante delle basiliche papali in Roma, destinando al vescovo quella di San Pietro. «Non dimenticatevi di perdonare, sempre. Perdonare dal cuore, perché se noi perdoniamo il Signore ci perdona e tutti noi abbiamo bisogno di perdono» ha detto al termine della sua visita, «se qualcuno non ha bisogno di perdono alzi la mano!». Nella mattinata di ieri Bergoglio aveva ricevuto in Vaticano i partecipanti al capitolo generale dei Domenicani, che festeggiano l’ottavo centenario del riconoscimento dato da papa Onorio III – sempre lo stesso pontefice del perdono, quindi – all’ordine dei Frati predicatori: «Oggi – aveva esordito Francesco nel discorso in spagnolo – potremmo descrivere questa giornata come “un gesuita tra i frati”: perché la mattina con voi e nel pomeriggio in Assisi con i Francescani, tra i frati!».

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