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Incentivi ai sindaci «virtuosi»

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Italia

Incentivi ai sindaci «virtuosi»

Se la Sicilia è la porta d’ingresso principale di chi affronta i pericoli del mediterraneo - 7 porti sui primi 8 per numero di sbarchi sono siciliani - la Lombardia sta diventando sempre di più la nuova trincea al Nord dell’emergenza migranti. È qui che si concentra il maggior numero in Italia: 19.363 persone, il 13% dei 144.822 ospitati ufficialmente nelle strutture italiane . Ed è qui che sta esplodendo, dopo Ventimiglia, il fenomeno dell’affollamento alla frontiera con l’afflusso poi verso Milano di migliaia di disperati in cerca di un espediente per superare i confini sempre più presidiati (a Germania nei primi mesi del 2016 ha raddopiato i respingimenti). Un’emergenza a cui il Governo ora vuole rispondere rilanciando il piano messo a punto dal Viminale e inviato all’Anci un mese fa che punta a «spalmare» e«ridistribuire» i migranti nel maggior numero possibile degli 8mila comuni, visto che oggi solo un sindaco su quattro fa veramente accoglienza. Moltissimi continuano infatti a negare la disponibilità di strutture costringendo, di fatto, il ministero, a distribuire i migranti in quelle poche città che invece hanno dato il via libera all’accoglienza. Solo Genova ospita duemila dei quasi cinquemila migranti presenti in Liguria.

L’obiettivo del piano - di cui oggi si potrebbe parlare anche in consiglio dei ministri per dagli una accelerata - è quello di raggiungere una distribuzione più equilibrata dei migranti e richiedenti asilo, con una media di due o tre per ogni mille abitanti. Ma come convincere i sindaci? Allo studio ci sono diversi incentivi per quei comuni che decideranno di aderire allo Sprar («Sistema di protezione richiedenti asilo e rifiugiati»): dalla deroga al patto di stabilità in particolare per le assunzioni di nuovo personale da far lavorare nei progetti di assistenza fino alla possibilità di foraggiare le casse comunali con 50 centesimi a migrante a titolo di spese generali. «Non possiamo obbligarli, ma possiamo sicuramente convincerli a essere virtuosi», spiega il capo del Dipartimento dell’immigrazione Mario Morcone.

C’è poi il problema dei 12mila minori non accompagnati, quasi la metà dei quali ospitati in Sicilia. A fine mese dovrebbe partire la redistribuzione con l’apertura di 35 nuovi centri e l’interessamento di almeno 10 regioni. Quella degli incentivi ai Comuni è però una soluzione che richiede tempo e, dunque, per far fronte all’emergenza si sta pensando anche di utilizzare le caserme. La Difesa, su indicazione del ministro Roberta Pinotti, già da mesi ha fornito un elenco di una quindicina di strutture militari non più utilizzate, distribuite in tutta Italia, da impiegare e trasformare in strutture d’accoglienza. La prima che dovrebbe essere messa temporaneamente a disposizione è la caserma di Montello a Milano (si veda articolo a fianco).

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