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D’Annunzio ha smesso di fare debiti (e guadagna)

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Cultura & Società

D’Annunzio ha smesso di fare debiti (e guadagna)

Non è vero che la cultura sia soltanto un costo, un lusso, una parte concreta dell’estetica. Per dirla con una battuta, la cultura paga. O meglio, parafrasando una frase infelice, con la cultura si mangia. E siccome l’Italia è il Paese dei beni culturali, dell’archeologia da valorizzare, dei musei da scoprire e delle architetture fascinose come in nessun altro luogo (piazze come quella di Vigevano o di Siena se le sognano inglesi, francesi, tedeschi, americani e altri), è il caso di ricordarsi che siamo seduti su tesori e passeggiamo tra meraviglie. Di più: secondo un’indagine di Federalberghi, la principale organizzazione imprenditoriale del settore turistico-ricettivo in Italia, ogni euro investito in cultura ne rende sette.

Quest’ultimo conto lo ha ricordato Giordano Bruno Guerri, storico, già direttore editoriale della Mondadori e, dall’ottobre 2008, presidente del Vittoriale degli Italiani, la casa sul Garda in cui trascorse gli ultimi anni Gabriele d’Annunzio. La quale è museo, centro studi e sede di attività culturali. Proprio questa magione, quasi tollerata durante i ruggenti anni Sessanta, o meglio vista come un covo di nostalgie (anche se Gide, visitandola, impazzì per la nave Puglia incastrata in una collina), è diventata negli ultimi tempi una realtà che produce attivi. Insomma, il Vittoriale guadagna aprendosi ai visitatori, organizzando festival ed eventi.

Qualche dato che ci mostra in anteprima il presidente Guerri. Nel 2007 il Vittoriale riceveva 160mila euro di finanziamenti dallo Stato e, senza quei soldi, avrebbe chiuso con un passivo di 40mila; nell’ultimo lustro c’è un attivo dai 100 ai 300mila euro l’anno, pur sostenendo per ogni annata 400mila euro di spese in manutenzione e migliorie. E questo nonostante Giordano Bruno Guerri abbia rinunciato ai finanziamenti pubblici, realizzando quella privatizzazione richiesta da tutti i governi, continuamente raccomandata dal ministro della Cultura Dario Franceschini, che si è rivelata un ulteriore investimento.

Ci confida il presidente con il suo fare sornione: «La cosa eccitante per me è che andare al Vittoriale è ormai diventato cult, mentre un tempo d’Annunzio era considerato un sensuale decadente e protofascista, anche se in realtà era un anticipatore, modernizzatore e libertario». Questa casa è ricca di mille sorprese e i flussi turistici ne dimostrano l’immenso interesse. Si è passati dai 146mila visitatori del 2008 ai 212mila del 2015 (per il 2016, Guerri ci mostra una proiezione secondo cui si arriverà a 231mila). Che dire? La dimora del vate è stata resa interessante, coinvolgente e nessuno può dire, come in certi musei sgangherati, «questo l’ho già visto». Qualcuno sarà colpito dalle stravaganze, altri dall’incredibile arredo, altri ancora dai cuscini o dai colori; di certo d’Annunzio continua a vivere qui e, a differenza del passato, adesso non fa debiti ma guadagna.

Non si tratta solo degli interni. Sono state riaperte le Vallette sotto la nave Puglia, che finiscono nel laghetto delle danze a forma di violino (anche per questo nel 2012 il Vittoriale ha vinto il premio per il parco più bello d’Italia); proprio il parco e l’Auditorium sono stati arricchiti con decine di opere di arte contemporanea, dal Cavallo Blu di Mimmo Paladino all’Obelisco di Arnaldo Pomodoro (donati e non acquistati), che a loro volta sono diventati un’attrattiva. Sono stati inaugurati nuovi spazi, per esempio il “Museo d’Annunzio Segreto”, con una spesa infima: si è realizzato aprendo armadi e cassetti, esponendo quanto il poeta aveva accumulato senza lesinare. Abiti, gioielli, stoviglie, vesti di donne (indovinate chi è stata la sua amante…), guinzagli e collane dei cani, bauli e altro sono tornati alla luce mostrando un gusto stravagante e infallibile. È stato riaperto anche il canile ed è stata avviata una grossa attività di marketing e comunicazione. Per fare un esempio eloquente, basterà ricordare che il vecchio Museo della Guerra, il cui nome incuteva distacco e rifiuto, è stato ribattezzato “d’Annunzio Eroe” e ora è diventato un posto visitatissimo, come il mitico bagno blu o l’anticamera dove il vate fece attendere alcune ore Mussolini.

Infine non mancano tre o quattro eventi l’anno che richiamano l’attenzione dei media. Il Festival del Vittoriale, diventato uno dei più importanti d’Italia, rende 800 articoli l’anno, oltre il denaro: lo gestisce un privato e la casa di d’Annunzio ne ricava una percentuale. Con Garda Musei fa squadra. Gardaland non è distante e in questo circuito si appresta a entrare Verona con la sua Arena. E anche con la casa di Giulietta e Romeo.

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