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«Ambiente e legalità per tagliare i ponti con il passato»

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CALABRIA

«Ambiente e legalità per tagliare i ponti con il passato»

Monsignor Francesco Oliva, nato ad Avena di Papasidero (Cs) il 14 gennaio 1951 è stato nominato Vescovo di Locri-Gerace il 5 maggio 2014 e da allora non ha mai smesso di far sentire la sua voce anche sui temi della legalità. Per questo non si tira indietro di fronte alle riflessioni sul lungo e delicato momento che la Festa della Madonna della Montagna attraversa, per vicende estranee alla sacralità e alla religione.

Monsignor Oliva ciò che ruota intorno a questa Festa da decenni è oggetto di enormi attenzioni, soprattutto da parte delle Forze dell’Ordine e della magistratura. Che valutazioni fa a proposito?
Non si può negare che in queste zone il peso della ’ndrangheta è grandissimo. È difficile controllare anche i portantini che partecipano alla processioni, qui tutto è complesso. Anche sapere da quali rivoli arrivino le offerte e da chi.

Nel suo messaggio al pellegrinaggio giubilare del 27 agosto, intitolato “Con Maria in questa difficile ora”, non nomina però mai la parola ’ndrangheta. Perché?
Ripeto che negare l’esistenza della ’ndrangheta è impossibile. La ’ndrangheta ha sempre avuto il suo peso. Il discorso, però, è molto più ampio e va oltre della ’ndrangheta. Spero sia resa sempre meno invadente. Il nostro contesto, però, è ecclesiale e di commento al Vangelo e non entriamo nel retaggio di queste presenze che nel passato, è indubbio, ci sono state.

Solo messaggi, prediche e moniti o anche aiuti concreti alle Forze dell’ordine alla magistratura da parte della Diocesi di Locri-Gerace?
Stiamo attivando un servizio di videosorveglianza che metteremo a disposizione delle Forze dell’ordine. È una sorpresa per gli stessi investigatori e per la magistratura. Registreremo anche gli ospiti delle case parrocchiali. Come si fa negli alberghi. Anche questi elenchi saranno a disposizione. Lo ho annunciato ieri nel corso della funzione con la croce ritrovata nel 1144 da un pastore del luogo. Ci sarà anche una iniziativa di formazione alla legalità e della cura del creato, che coniughi ambiente e legalità e che abbia una funzione educativa.

Nessun imbarazzo per avere un Rettore del Santuario, don Pino Strangio, indagato con accuse gravissime di appartenenza ad una società segreta da parte della Procura di Reggio Calabria?
È solo indagato. Sono passati mesi ma l’indagine non ha prodotto ancora nulla. Voglio capire ed è giusto che l’ordine inquirente faccia chiarezza ma ci tengo a sottolineare che l’indagine non riguarda la gestione del Santuario. Vorrei che la parola «fine» fosse scritta dalla Giustizia quanto prima e nel caso di esito negativo per don Strangio sono pronto a prendere le decisioni del caso.

Ci ha parlato?
Certo. Lo vedo molto sereno.

r.galullo@ilsole24ore.com

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