Il rischio che la crescita bassa possa bloccare le riforme e aumentare il protezionismo resta il timore principale per i capi di Stato e di Governo delle 19 economie più trainanti del pianeta (oltre alla Commissione europea) che domani e lunedì si incontreranno a Hangzhou, sulle rive del West Lake, per il primo G20 a guida cinese in uno dei momenti più critici della politica internazionale dopo la Brexit e in vista di un voto americano ricco di incognite. Crescita e investimenti restano le priorità dell’economia globale. Impegni che in Europa assumono toni ultimativi dopo che le ricette per uscire dalla crisi dell’Eurozona non hanno prodotto risultati apprezzabili. Concetti che in Italia valgono ancora di più ora che il nostro Paese, con le riforme avviate, si trova in mezzo al guado e avrebbe bisogno di un “colpo d’ala” per risollevarsi definitivamente. Ecco perché il “mantra” di tutte le politiche macroeconomiche che si confronteranno sui tavoli del G20 a Hangzhou è sempre lo stesso: «Usare tutti gli strumenti e le politiche necessarie per sostenere la crescita». E ancora: costruire un nuovo percorso per un’economia globale più efficace ed efficiente, realizzare una vera governance finanziaria, puntare a commercio e investimenti internazionali più consistenti per un’economia globale più inclusiva e interconnessa. L’agenda del G20 si dovrà, perciò, necessariamente integrare con quella delle Nazioni Unite per mettere in campo quello spettro di azioni collettive e individuali necessarie a implementare l’agenda 2030 che comprende gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e l’agenda di Addis Abeba sul finanziamento allo sviluppo.
Sono questi temi (oltre a quelli economici bilaterali) che il premier italiano, Matteo Renzi si è preparato a discutere da domani con i suoi partner ai quali ricorderà molto probabilmente anche il dramma che il nostro Paese sta vivendo con il terremoto di Amatrice. Il presidente del Consiglio arriverà questa mattina a Hangzhou. Come primo impegno l’incontro bilaterale con il presidente cinese Xi Jinping sui principali temi dell’attualità internazionale: dalla Brexit al voto americano, dalla guerra in Siria alla crisi dei migranti alla necessità di difendere il libero mercato dalle spinte protezioniste. È poi prevista una colazione di lavoro con esponenti della Business community cinese e italiana. Non vi sono conferme ufficiali ma è molto probabile che Renzi incontri i rappresentanti di grandi gruppi che hanno interessi in Italia: tra questi ci sono quelli di Suning, il gigante dell’elettronica cinese che ha acquisito l’Inter e State Grid Corporation of China, il maggiore ente di distribuzione di energia elettrica che detiene una quota di minoranza in Cdp Reti. Oltre a loro, si fanno i nomi delle conglomerate Fosun e Poly Group, di Bank of China, uno dei cinque colossi bancari e del gruppo immobiliare Vanke, che all’Expo di Milano era presente con un proprio padiglione. Nel pomeriggio di oggi Renzi si trasferirà in aereo a Shanghai per un incontro con gli studenti cinesi e italiani dell’Università Tongji e i rappresentanti degli atenei gemellati come Bologna e Firenze. Per domani, prima dell’aperura ufficiale del G20, è prevista una visita di Renzi al Campus Alibaba e un incontro con il fondatore Jack Ma nella sede vicino a Hangzhou, una sorta di Silicon Valley cinese dove operano molte start-up nel settore dell’alta tecnologia. L’ultimo incontro tra i due risale all’aprile sorso, in occasione di Vinitaly, a Verona, quando venne lanciata la “Giornata del vino” sulle piattaforme di e-commerce gestite da Alibaba. Concordata per il lancio la data del 9 settembre, data che si pronuncia in cinese nello stesso modo della parola vino (”jiu”). Ma anche la visita a Shanghai di oggi avrà una finalità economica. Renzi alla House of Roosevelt, sul Bund, vedrà i rappresentanti di circa settanta imprese italiane che operano nell’area di Shanghai e di Suzhou, nella Cina orientale, dove sorge il distretto di imprese italiane più grande fuori dai confini nazionali.
© Riproduzione riservata