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I valori della cultura nelle ricette economiche

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I valori della cultura nelle ricette economiche

Caro Fabi, come ha sottolineato in una recente risposta a un lettore la situazione è critica, «stiamo navigando in terra incognita» e le ricette di settanta anni fa non sono più efficaci di fronte al nuovo. Si deve investire sul welfare, le “sofferenze sociali” sono la vera chiave di interpretazione di questo tempo incerto. È vero, è giusto, ma questo enorme caos globale, questa anomala sommatoria di incertezze e stravaganze di un’epoca post industriale, post tecnologica, post comunitaria, non deve e non può rappresentare un alibi. Se solo ieri c’era l’Europa a imporre politiche restrittive e tanta cautela, oggi, dopo la Brexit il nuovo mantra è il caos globale che impone severità, misura e ponderazione.

Giusto anche questo, ma nel frattempo nulla si muove. Manca un progetto, una visione, uno slancio per rispondere al caos e rimettere ordine a ciò che è andato in frantumi. È urgente farlo, prima che si diffonda l’idea dell’Uomo Forte, capace di far arrivare i treni in orario e di garantire una fetta di pane a tutti. È urgente farlo, prima che qualcuno infili nel progetto la costruzione di un muro o una ricetta autarchica vetusta e pericolosa.

Partiamo dal welfare e dalla scuola, perfettamente d’accordo, ma pensiamo anche a smantellare i tanti, troppi privilegi che annodano il Paese in una stretta mortale tale da rendere impraticabile qualunque idea di welfare o di scuola (meritocratica). È bene farlo adesso senza proclami, senza accendere troppe luci, in silenzio come si fanno le cose migliori. L’alibi del caos serve solo a garantire chi dal caos non è sfiorato.

Paolo Garzi

Arezzo

Caro Garzi, secondo il vocabolario per caos si intende un «grande disordine, confusione, di cose o anche d’idee, di sentimenti», secondo la cosmologia greca «il complesso degli elementi materiali che preesiste all’universo ordinato». È vero che l’insieme dei mutamenti sociali, politici, economici e tecnologici ci ha ormai avviato verso “terre incognite”, ma è proprio questo il momento di sfidare il nuovo con spirito di iniziativa, volontà creativa e fiducia nelle potenzialità dei singoli e delle comunità. Ovviamente non esistono ricette facili, ma forse l’elemento più importante è avere un metodo, una prospettiva, un filo d’Arianna nella complessità. Vorrei condividere una citazione di Luigi Einaudi che Pierluigi Ciocca ha posto nelle prime righe di una raccolta di saggi particolarmente interessante dal titolo “Ai confini dell’economia: elogio dell’interdisciplinarità” (Nino Aragno editore, pagg. 235, € 20). «Chi cerca rimedi economici ai problemi economici - afferma Einaudi - è sulla falsa strada: la quale non può che condurre se non al precipizio. Il problema economico è l’aspetto e la conseguenza di un più ampio problema spirituale e morale». Proprio in questa prospettiva, caro Garzi, il welfare (l’attenzione ai bisogni delle persone) e la scuola (l’apertura dei giovani alla conoscenza e alla responsabilità) possono diventare un elemento forte della via d’uscita dalle difficoltà. Proprio perché, come sottolinea Ciocca, è necessario chiamare in causa «la storia, il diritto, la politica, la letteratura, in una parola, la cultura». Eliminare i privilegi è importante, ma insieme al costruire una società fondata sul merito e sulla solidarietà.

g.fabi@ilsole24ore.com

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