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Banchieri italiani, stipendi in crescita. Ecco i più pagati

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i vertici del credito

Banchieri italiani, stipendi in crescita. Ecco i più pagati

Da sinistra, Roberto Nicastro, dg UniCredit fino al 30 settembre 2015, Federico Ghizzoni, ad UniCredit, Samuele Sorato, ad e dg Banca popolare di Vicenza fino al 12 maggio 2015
Da sinistra, Roberto Nicastro, dg UniCredit fino al 30 settembre 2015, Federico Ghizzoni, ad UniCredit, Samuele Sorato, ad e dg Banca popolare di Vicenza fino al 12 maggio 2015

Molte banche sono ancora nella bufera, ma gli stipendi dei banchieri italiani sono aumentati nel 2015. L’inchiesta del Sole 24 Ore mostra un pressoché generale incremento dei compensi complessivi .

A far scattare gli aumenti sono i bonus per i risultati ricevuti da molti manager, la quota di stipendio variabile che si aggiunge al fisso in busta paga, molti hanno potuto aggiungere le azioni gratuite date in premio, in qualche caso le stock option. Tutti i dati del pay watch in questo articolo e nella tabella sono al lordo delle tasse, che si mangiano la metà e più dei compensi totali.

Poi ci sono le buonuscite. Come quella che ha fatto balzare al primo posto Roberto Nicastro, direttore generale di UniCredit fino al 30 settembre 2015. In totale ha ricevuto 6,964 milioni lordi: circa 1,6 milioni di stipendio, di cui 350mila di bonus, più 5,39 milioni di buonuscita.

Nel 2014 Nicastro aveva guadagnato 1,5 milioni. Adesso percepisce 400mila euro l’anno come presidente delle “good bank”, le quattro nuove banche create il 22 novembre 2015 nel dissesto di Banca Marche, Popolare Etruria, CariFerrara e CariChieti.

I 5 BANCHIERI PIU’ PAGATI

Il secondo più pagato è Federico Ghizzoni, che fino a luglio è stato amministratore delegato di UniCredit. Ghizzoni ha percepito complessivamente 4,67 milioni lordi, sommando allo stipendio di 2,883 milioni (di cui 770mila di bonus) il controvalore delle azioni gratuite ricevute in premio, 284.090 titoli che al momento dell’assegnazione valevano 1,78 milioni. Oggi lo stesso pacchetto vale circa un terzo di quella cifra, 607mila euro, a causa del forte ribasso delle azioni di UniCredit. Ghizzoni era stato il banchiere più pagato d’Italia nel 2014, con 3,17 milioni, comprese le azioni gratuite. Dunque nel 2015 la sua remunerazione è aumentata del 47 per cento.

Terzo Samuele Sorato, l’ex direttore generale e, per tre mesi, anche a.d. della Popolare di Vicenza, una delle banche in dissesto al centro dello scandalo per le azioni “baciate”, cioè i finanziamenti dati a clienti indotti a diventare soci o comprare azioni della Popolare, titoli però non quotati e vendibili solo con il consenso della banca. Con la crisi della banca il valore delle azioni si è azzerato e 120mila risparmiatori-clienti sono rimasti in trappola.

Il dissesto non ha impedito a Sorato di andarsene il 12 maggio 2015 con un accordo su una buonuscita di 4 milioni lordi, di cui metà pagata l’anno scorso, l’altra metà da versare negli anni successivi (la relazione sulla remunerazione della banca non è pienamente trasparente sulle date dei pagamenti). Considerando anche lo stipendio di 600mila euro, in totale i compensi di competenza di Sorato l’anno scorso hanno totalizzato 4,6 milioni lordi. Quanto a Gianni Zonin, l’ex padre-padrone della Vicenza dimessosi il 23 novembre, ha ricevuto 1,012 milioni lordi, è 30esimo tra i banchieri.

Il dissesto della banca vicentina ha fatto la fortuna anche dei manager chiamati per il nuovo corso. Francesco Iorio, l’ex a.d. di Ubi Banca che dal primo giugno 2015 è a.d. a Vicenza, ha ottenuto una «retribuzione all’ingresso una tantum», in sostanza una buonentrata, di 1,8 milioni: sommato ai suoi compensi prima all’Ubi e poi a Vicenza questo importo ha elevato il totale di Iorio a 2,98 milioni, sesto tra i banchieri. Il vicedirettore generale vicario Iacopo De Francisco ha avuto una buonentrata di 700mila euro, il compenso totale è di 1,02 milioni.

Al quarto posto un manager del gruppo Berlusconi-Doris, Edoardo Lombardi, vicepresidente vicario di Banca Mediolanum, con 4,42 milioni (di cui 3,08 milioni di plusvalenze per stock option). Quinto Carlo Messina. L’a.d. di Intesa Sanpaolo ha percepito 2,27 milioni di compensi monetari (di cui bonus di 502mila euro) e azioni gratuite per 867mila euro. L’anno precedente Messina aveva guadagnato 2,14 milioni. Molti manager di Intesa e Mediobanca sono saliti in classifica grazie ai bonus. Stefano Marsaglia, di Mediobabanca, è ottavo, il suo stipendio è aumentato da 2 a 2,7 milioni (di cui 1,3 milioni di bonus), precede l’a.d. di Mediobanca Alberto Nagel, il cui stipendio è aumentato da 1,9 a 2,35 milioni grazie al bonus di 450mila euro.

Gaetano Micciché, d.g. di Intesa, è decimo con 2,19 milioni ricevuti dalla banca (nel 2014 1,716 milioni) e 46mila di gettone dal cda di Prada. Il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa, Giovanni Bazoli, è 35esimo con 909mila euro. Fabrizio Viola, fresco ex a.d. di Mps (con 3 milioni e rotti di buonuscita), ha percepito 1,8 milioni. Un rapido passaggio in Intesa l’ha fatto anche il nuovo a.d. di Mps, Marco Morelli. È stato d.g. vicario dal 2010 al 2012, quando ha lasciato la banca con 3,54 milioni.

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