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Dare più slancio alle detrazioni

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Scenari

Dare più slancio alle detrazioni

  • –Claudio Carpentieri

In Parlamento è stata presentata una proposta di legge che potrebbe dare un forte impulso alla domanda interna, a costi minimi per il bilancio dello Stato. Questa proposta (atto Camera AC3919, primi firmatari Sara Moretto e Marco Di Maio, Pd) in estrema sintesi ha l’obiettivo di trasformare, dietro opzione, le dieci rate riconosciute a titolo di detrazione per lavori edili (ristrutturazione abitazioni e risparmio energetico) in crediti d’imposta, per cederli contestualmente a un intermediario finanziario. Intermediario finanziario che anticiperebbe, quindi, l’intero importo della detrazione, al netto del tasso di sconto applicato.

L’operazione consentirebbe a tutte le famiglie e alle imprese di monetizzare immediatamente l’intero importo della detrazione decennale, senza incrementare il debito pubblico. Qualora il principio fosse esteso anche ai decimi di detrazioni già maturati per lavori fatti in passato, significherebbe immettere nel circuito economico italiano decine di miliardi di euro di liquidità

La struttura normativa della proposta di legge ha, infatti, l’ulteriore pregio di evitare la nascita di un titolo di credito garantito dallo Stato. Aspetto che obbligherebbe a contabilizzare l’intero importo delle detrazioni/crediti riferiti all’intero arco temporale di 10 anni come debito pubblico incrementale secondo quanto stabilito dalle regole del «sistema europeo dei Conti 2010 e del Disavanzo e il debito pubblico» (vedi audizione Istat del 9 settembre 2015 pdl AC1899).

L’autorevole parere dell’Istat, infatti, riferito a una proposta avente analogo obiettivo, lega l’incremento del debito pubblico per l’intero ammontare della detrazione decennale a tre fattori:

la nascita di un titolo di credito emesso da una pubblica amministrazione;

il riconoscimento dell’agevolazione a prescindere dalla capienza del debito fiscale di coloro che effettuano la spesa;

la possibilità per i contribuenti di beneficiare dell'intero importo.

Nella proposta di legge AC3919 non è presente nessuno dei tre aspetti sopra richiamati. In primo luogo, non nasce alcun titolo di credito emesso da una pubblica amministrazione. È la stessa detrazione pari a 1/10 del suo ammontare, per l’intero arco temporale pari a 10 anni, che può essere trasformata in credito e contestualmente ceduta a un intermediario finanziario, limitatamente alla parte che trova capienza nelle imposte dovute dal contribuente. Pertanto, resta sia il collegamento con la capienza del contribuente sia il fatto che il beneficio per questi non consiste nel riconoscimento dell’intero importo del credito, ma come semplice corrispettivo per la cessione delle rate di credito; credito di cui potrà beneficiare la banca per lo stesso importo, negli stessi 10 anni e alle stesse scadenze. In sostanza, si viene a creare una mera traslazione soggettiva dell’agevolazione fiscale senza alcuna variazione di importo e tempi di fruibilità. Questa lettura, coerente con il meccanismo indicato nell’AC3919, consentirebbe a molte famiglie e alle imprese di finanziare lavori sui propri immobili, rimandati per assenza di fondi e all’Italia di crescere in un settore, quale quello edile, da sempre croce e delizia della nostra economia.

Responsabile Politiche fiscali e societarie Cna

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