Commenti

Quell’irresistibile attrazione di Pirelli per i libri e la cultura

  • Abbonati
  • Accedi
Cultura & Società

Quell’irresistibile attrazione di Pirelli per i libri e la cultura

«La gente deve sentire l’azienda come la sua azienda, sentirsi a proprio agio. E perché questo avvenga uno deve poter fare le cose che fa a casa sua. Il libro è un atto di libertà, è un modo per stare con se stessi, è uno strumento utile per sentirsi a proprio agio». Marco Tronchetti Provera ha usato queste parole per inaugurare ieri le biblioteche aziendali dell’Headquarters di Milano Bicocca e dello stabilimento di Bollate (3.500 volumi a scaffale, che a regime supereranno le 7mila unità) che vanno ad affiancare quella già aperta nel 2012 all’interno del Polo industriale Pirelli di Settimo Torinese.

Un sodalizio che permette ai dipendenti di poter contare su 110mila volumi, 220 riviste, 14 quotidiani, 4.500 film e documentari in dvd, 4mila cd musicali e 400 audiolibri. Il vice presidente esecutivo e Ceo di Pirelli ha sottolineato come il rapporto con la cultura – e la volontà di portare i libri nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro - sia sempre stato nelle corde di un’azienda (quinto operatore mondiale nel settore degli pneumatici in termini di fatturato con 19 stabilimenti in 13 Paesi e una presenza in oltre 160) che ha istituito la prima biblioteca aziendale nel 1928 e che ha all’attivo numerose collaborazioni con istituzioni culturali di eccellenza come Pinacoteca di Brera, Fai, Fondazione Isec – Istituto per la storia dell’età contemporanea, Fondazione cineteca italiana, Triennale di Milano, Fondazione per la Cultura di Torino e Pomeriggi Musicali di Milano per il Festival Mito SettembreMusica.

Oltre a Tronchetti Provera, alla presentazione della nuova iniziativa - che si inserisce nell’ambito di #ioleggoperché 2016, campagna di promozione della lettura organizzata dall’Aie assieme al Gruppo Tecnico Cultura e Sviluppo di Confindustria e rivolta sia alle scuole sia alle imprese - sono intervenuti Antonio Calabrò (consigliere delegato e Direttore della Fondazione Pirelli), Fabrizio Del Corno (assessore alla Cultura del Comune di Milano), Federico Motta (presidente dell’Associazione italiana editori) e l’attrice Lella Costa, socio onorario di Fondo Scuola Italia, l’associazione no profit che agendo quale ponte fra scuole e imprese – «con l’ambizione di creare un legame forte e duraturo» – ha l’obiettivo di reperire risorse e materiali da mettere a disposizione delle scuole italiane. L’attrice, nonché scrittrice e doppiatrice, ha sottolineato la necessità di «far scoprire ai giovani le meraviglie della lettura» in quanto «leggere è una straordinaria esperienza di formazione».

Su questo tasto ha insistito anche Calabrò, dicendosi convinto «che leggere sia una cosa che ci consente di entrare in altri mondi e di fare al meglio la nostra vita di cittadini». Calabrò ha anche precisato che quella della Bicocca «per adesso è una biblioteca pubblica per i nostri dipendenti», ma che quanto prima «verrà collegata con le biblioteche pubbliche milanesi» (come è successo con quella di Settimo Torinese,recentemente collegata con la biblioteca del Comune piemontese). Federico Motta, dal canto suo, ha invitato i presenti a pensare al libro come a «una forma generale di alimentazione della nostra mente». Il presidente dell’Aie ha ricordato che la finalità di #ioleggoperché – che parte sabato 22 ottobre per concludersi nel weekend successivo – è riportare la lettura nella quotidianità degli italiani, anche perché «tutti gli studi dicono che dove si legge di più l’economia cresce in modo completamente diverso rispetto ai Paesi dove non c’è questo aspetto di crescita culturale».

L’obiettivo ultimo dell’iniziativa presentata ieri è – come ha sottolineato ancora Calabrò – «far giocare assieme biblioteche aziendali, scolastiche e comunali nell’interesse generale del bene comune». A questo proposito l’assessore Del Corno ha sottolineato la necessità di «sviluppare il più possibile occasioni di collaborazione e di dialogo, mettendo a fattor comune i servizi e la funzione pubblica che questi luoghi possono esprimere e coinvolgendo la cittadinanza nel modo più ampio possibile». Il Comune, ha detto l’assessore, è già in grado di svolgere «un ruolo di facilitatore» affinché le biblioteche siano interpretate sempre più non come un luogo dove i libri sono custoditi,ma come dei luoghi aperti dove gli stessi libri si possono condividere e possono diventare occasioni di confronto.

© Riproduzione riservata