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Il Papa: «Non dobbiamo escludere nessuno»

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Il Papa: «Non dobbiamo escludere nessuno»

«Non ostacoliamoci a vicenda! Non escludiamo nessuno!». È l’ultima udienza straordinaria giubilare del sabato, piazza san Pietro è piena e invasa dal sole.

Francesco dedica questo tratto finale dell’anno santo della misericordia alle persone “senza fissa dimora”, molti dei quali stazionano ormai sotto il colonnato assistiti dalle strutture caritatevoli del Vaticano. Francesco incentrata la sua meditazione sul tema “Misericordia e inclusione”. «Questo aspetto della misericordia, l’inclusione – ha detto il Papa – si manifesta nello spalancare le braccia per accogliere senza escludere; senza classificare gli altri in base alla condizione sociale, alla lingua, alla razza, alla cultura, alla religione: davanti a noi c’è soltanto una persona da amare come la ama Dio». Non ci sono richiami alla cronaca – anche se viene spontaneo pensare agli Usa e a come il nuovo presidente affronterà in concreto il tema dei migranti – sono i temi centrali della pastorale del Papa e del Giubileo. «Quello che trovo nel mio lavoro, nel mio quartiere, è persona da amare come la ama Dio – ha detto il Papa aggiungendo parole a braccio al suo discorso –. “Ma è di quel Paese! È di quella religione!”. Io devo amarla, perché Dio la ama. Questa è inclusione». E aggiunge: «Dio infatti, nel suo disegno d’amore, non vuole escludere nessuno, ma vuole includere tutti. Ad esempio, mediante il Battesimo, ci fa suoi figli in Cristo, membra del suo corpo che è la Chiesa. E noi cristiani siamo invitati a usare lo stesso criterio: la misericordia è quel modo di agire, quello stile, con cui cerchiamo di includere nella nostra vita gli altri, evitando di chiuderci in noi stessi e nelle nostre sicurezze egoistiche». Il Papa ricorda anche la realtà quotidiana: «Quante persone stanche e oppresse incontriamo anche oggi! Per la strada, negli uffici pubblici, negli ambulatori medici... Lo sguardo di Gesù si posa su ciascuno di quei volti, anche attraverso i nostri occhi. E il nostro cuore com’è? È misericordioso? E il nostro modo di pensare e di agire, è inclusivo? Il Vangelo ci chiama a riconoscere nella storia dell’umanità il disegno di una grande opera di inclusione, che, rispettando pienamente la libertà di ogni persona, di ogni comunità, di ogni popolo, chiama tutti a formare una famiglia di fratelli e sorelle, nella giustizia, nella solidarietà e nella pace, e a far parte della Chiesa, che è il corpo di Cristo».

Il tema del discorso è sempre sui sofferenti (oggi la messa in piazza sarà dedicata sempre ai “senza dimora”): «Come sono vere le parole di Gesù che invita quanti sono stanchi e affaticati ad andare da Lui per trovare riposo! Le sue braccia spalancate sulla croce dimostrano che nessuno è escluso dal suo amore e dalla sua misericordia», ha sottolineato, aggiungendo parole fuori dal testo ufficiale:«neppure il più grande peccatore, nessuno. Tutti siamo inclusi nel suo amore e nella sua misericordia».

Oggi il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la Diocesi di Roma, presiederà la celebrazione eucaristica per la chiusura della Porta Santa della Carità presso l’ostello Don Luigi Di Liegro e la mensa San Giovanni Paolo II alla stazione Termini (via Marsala 109), mentre domani la chiusura riguarderà le tre grandi basiliche giubilari: San Giovanni Laterano, Santa maria Maggiore, San Paolo fuori le Mura. Domenica prossima la cerimonia conclusiva a San Pietro.

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