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Turismo frenato dal rischio terrorismo

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Il lascito del gibileo

Turismo frenato dal rischio terrorismo

Un successo religioso che non si è tradotto in business per la città. Il Giubileo della Misericordia che si chiude oggi non ha cambiato il volto di Roma. L’eredità lasciata in termini infrastrutturali ed economici, a differenza del Giubileo del 2000, è stata minima e impercettibile.

Tanti i pellegrini ma pochi affari. Gli oltre 21 milioni giunti per l’Anno Santo non hanno spinto il Pil della Capitale. E certamente l’evento, che ha registrato numeri importanti per la cristianità, non si è tradotto in un acceleratore di crescita per l’indotto turistico della capitale: alberghi, ristoranti, bar e attività commerciali. A causa di un turismo mordi e fuggi, che in molti casi non è uscito dal circuito religioso ma soprattutto per i timori di attentati terroristici nella capitale che hanno frenato flussi stranieri e prenotazioni. «Il terrorismo internazionale ha pesato molto sugli arrivi - conferma il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli - la crescita attesa per il 2016 è stimata intorno all’1,2 %, poco rispetto al +4/5% nel mondo». Roma non è cresciuta abbastanza nonostante il Giubileo potremmo anche dire. Perché probabilmente senza Giubileo i numeri sarebbero stati peggiori. «Siamo contenti per gli oltre 20 milioni di pellegrini registrati - continua Roscioli - ma la gran parte di questi non ha soggiornato nelle strutture alberghiere della capitale, lo testimonia il fatto che chiuderemo l’anno con lo stesso numero di arrivi, 14 milioni, registrati nel 2015». Complessivamente il turismo vale l’11% del Pil di Roma, circa 15 miliardi. «Il Giubileo è stato un flop, non ha portato vantaggi alle attività commerciali della città - conferma il presidente di Confesercenti Roma, Valter Giammaria - complice la crisi ancora forte abbiamo registrato un calo del 15% dei consumi dall’inizio dell’anno su acquisti di abbigliamento, scarpe, sui consumi al bar e al ristorante. È vero che sono arrivati tanti pellegrini ma le attività ricettive della capitale non ne hanno beneficiato» .

Diverso il bilancio del Giubileo del 2000. «In quel caso ci fu un lascito maggiore anche in termini infrastrutturali, che stavolta non c’è stato e questo ci deve far riflettere», spiega Giammaria. I fondi stanziati da Governo e Campidoglio per riqualificare la città non sono stati spesi tutti, una parte è rimasta sulla carta. Il Campidoglio nell’agosto 2015 aveva stanziato 50 milioni per 32 progetti tra decoro urbano e manutenzione. Non tutti sono partiti e l’intervento più ampio - quello da 12 milioni per rifare asfalto e marciapiedi del Lungotevere - in buona parte è rimasto al palo. I fondi dal Governo, circa 150 milioni , in larga parte, 95 milioni, sono arrivati in Campidoglio nel giugno 2016, ad Anno Santo inoltrato. Metà di queste ultime risorse sono state impegnate su altri progetti. Un’altra parte non pienamente utilizzata per ritardi burocratici. Il tavolo di lavoro istituito in Prefettura aveva deciso che eventuali fondi inutilizzati potevano essere dirottati non su opere strettamente per il Giubileo, ma per interventi programmati in occasione del Giubileo, da definire entro il 20 novembre. Da qui la corsa contro il tempo della giunta Raggi per spendere tutte le risorse possibili. Un rush finale con polemica tra Campidoglio e Anac sui tempi delle pratiche anti-corruzione.

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