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I gemelli bitcoin alla conquista della nuova frontiera delle valute digitali

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I gemelli bitcoin alla conquista della nuova frontiera delle valute digitali

Tyler and Cameron Winklevoss (Reuters)
Tyler and Cameron Winklevoss (Reuters)

Tyler e Cameron Winklevoss non rifuggono certo davanti alla prospettiva di assumersi rischi inconcepibili lungo le frontiere più avanzate dell'economia digitale. All’inizio degli anni Duemila, i due gemelli studiavano economia a Harvard e già coltivavano l’idea radicale di mettere online le vite sociali delle persone. Dopo aver assunto un giovane di nome Mark Zuckerberg per sviluppare la loro idea e realizzare la piattaforma, all’inizio del 2004 restarono di sasso scoprendo che proprio lui aveva invece lanciato un sito web in concorrenza con il loro, denominato «TheFacebook».

IL VALORE DEI BITCOIN
Cambio in dollari (Fonte: Thomson Reuters)

Sostenendo che Zuckerberg aveva rubato loro l’idea, i due fratelli dettero così inizio a una battaglia legale senza esclusione di colpi che nel 2009 è sfociata in una transazione e in un indennizzo pari a 65 milioni di dollari. E questa vicenda è servita di ispirazione per il film del 2010 «The Social Network».

Benché avessero sperato in un indennizzo notevolmente più consistente, i gemelli Winklevoss non hanno rimpianti per come hanno gestito Zuckerberg e il caso in tribunale che ne è derivato.

«Malgrado il modo col quale si sono concluse le cose nell’aula del tribunale, si è trattato di un’esperienza inestimabile. Abbiamo difeso ciò in cui credevamo, abbiamo ottenuto giustizia e siamo andati oltre. Penso che chiunque al nostro posto avrebbe agito esattamente nello stesso modo - spiega Tyler -. Nonostante l’accesa controversia e alcuni deprecabili aspetti dell’intera faccenda, abbiamo fatto la nostra parte in qualcosa di incredibile, che ha assunto una portata inaudita e ha cambiato il mondo».

A cinque anni di distanza, ecco che i gemelli stanno infatti mettendo in pratica alcune delle lezioni che hanno appreso dalla vicenda Facebook, e stanno facendo irruzione in uno spazio che secondo loro sarà ancora più travolgente di qualsiasi social network: le valute digitali.

“I due fratelli considerano bitcoin non solo una tecnologia rivoluzionaria, ma anche la chiave per cambiare il modo con il quale si fanno transazioni e si accantona valuta ”

 

«Noi consideriamo bitcoin potenzialmente il più grande social network di tutti» spiega Tyler, per poi aggiungere che il pezzo mancante dell’economia digitale è sempre stato una valuta progettata appositamente per gli scambi su internet.

Proprio come Facebook ha trasformato in modo definitivo e drastico il modo col quale interagiscono le persone nel mondo, i due fratelli considerano bitcoin non soltanto un’innovazione tecnologia rivoluzionaria, ma anche la chiave per cambiare radicalmente il modo con il quale si conducono le transazioni e si accantona valuta.

Nel 2012, mentre si trovavano in vacanza dopo aver conseguito il loro MBA a Oxford, i gemelli hanno conosciuto bitcoin e ne sono rimasti entusiasti: hanno subito intuito tutte le potenzialità insite nel fatto di poter inviare denaro in maniera economica ed efficiente, facilitare il flusso delle rimesse e offrire servizi bancari a quel miliardo circa di esseri umani che si calcola siano privi di accesso ai servizi finanziari tramite una banca.

A conquistarli in maniera definitiva, tuttavia, è stato il concetto che i bitcoin e la sottostante tecnologia detta “blockchain” possano costituire un possibile investimento in alternativa ai metalli preziosi che gli uomini da millenni accumulano come valuta.

«Noi abbiamo una teoria di fondo per ciò che concerne i bitcoin: sono anche meglio dell’oro» dice Tyler, che poi spiega che se analizzati in rapporto alle nove caratteristiche di base che rendono prezioso l’oro – per esempio la penuria, la durevolezza e la portabilità – «i bitcoin sono allo stesso livello o forse ancora più in alto dell’oro da tutti i punti di vista».

“Sembra fantascienza, ma ormai non è assurdo immaginare che Elon Musk o qualcun altro stia per compiere un balzo in avanti per sfruttare le risorse minerarie degli asteroidi”

 

Dal momento che è stata fissata una soglia massima di 21 milioni al numero dei bitcoin potenziali esistenti, i gemelli Winklevoss considerano inestimabile il loro valore, visto per di più l’affermarsi della tecnologia di sfruttamento minerario degli asteroidi che potrebbe porre fine alla scarsità dell’oro e ridurne in modo consistente il valore. «I metalli preziosi sono tali sulla Terra, ma non lo saranno più se si potrà operare in maniera economica nello spazio - commenta Tyler -. Lo so, sembra fantascienza, ma ormai non è assurdo immaginare che Elon Musk o qualcun altro stia per compiere anche questo balzo in avanti per iniziare a sfruttare le risorse minerarie degli asteroidi».

Cameron e Tyler Winklevoss, campioni di canottaggio, durante un allenamento sul Tamigi (AFP PHOTO/BEN STANSALL)

Affinché i bitcoin possano concretizzare tutto il loro potenziale e la promessa di cambiare radicalmente le cose, i Winklevoss – o Winklevei, come li ha soprannominati la stampa – hanno deciso che la loro immagine da Wild West, il selvaggio West, avesse bisogno di una sapiente ritoccata. Da quando è stato lanciato nel 2009, bitcoin ha catturato l’attenzione non soltanto dei pionieri della tecnologia, ma anche di personaggi poco raccomandabili che li usano per finanziare le loro attività criminali. La sicurezza degli asset è diventata un grave problema nel 2014, quando gli hacker hanno trafugato bitcoin per 450 milioni di dollari alla Mt Gox Exchange con sede a Tokyo.

«Uno degli aspetti che hanno influito negativamente su bitcoin non è bitcoin stesso, ma le aziende che ci marciano sopra» prosegue Tyler, che poi aggiunge che c’è stata quasi una “corsa verso il basso” delle società di cambio offshore e senza licenza spuntate dal nulla e che non offrivano tutele o controlli significativi.

I gemelli hanno dunque trovato la loro missione: costruire l’infrastruttura necessaria a mettere in sicurezza la piena fiducia e le aspettative degli investitori attuali e futuri, compresi i commercianti al dettaglio, i manager di fondi istituzionali e gli enti di regolamentazione.

Con il lancio di Gemini nel 2015, hanno svelato una delle prime valute digitali regolamentate e autorizzate nel mondo sviluppato. È loro intenzione offrire un luogo sicuro che consenta a chiunque – dai day trader agli investitori istituzionali – di comprare, vendere e accantonare bitcoin.

«Volevamo costruire un punto di scambio per la valuta digitale che assomigliasse al Nasdaq o al NYSE, la Borsa di New York - dice Tyler -. Ma volevamo qualcosa che risultasse comodo sia a Wall Street sia a Main Street».

Il loro prossimo progetto è il Winklevoss Bitcoin Trust, un Etf (Exchange traded fund) in grado di effettuare scambi su Bats (Better alternative trading system), un operatore globale di scambi e servizi per i mercati finanziari. Sono circa quattro anni che è sotto la lente degli enti di regolamentazione, ma a metà ottobre ha fatto un promettente passo avanti quando State Street, una banca, ha acconsentito a fungere da amministratrice del fondo.

BITCOIN, CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO
Per trimestre 2012-2016; dati in miliardi di dollari (Fonte: Statista)

In ogni modo, se c’è una cosa che i gemelli hanno imparato dalla loro esperienza con Facebook, è che gli errori, le battute d’arresto e le critiche sono inevitabili. Un incidente alquanto imbarazzante si è verificato nel 2014, quando Charlie Shrem, capo della start-up Bitcoin nella quale loro avevano investito molto, è stato condannato al carcere per il suo coinvolgimento in Silk Road, un sito web di mercato nero poi oscurato dall’Fbi. «Si sono sentiti molto stupidi dopo quell’episodio» ha detto una persona a conoscenza di come sono andate le cose.

Oltre a ciò, la comunità relativamente anonima dei proprietari di bitcoin sembra ancora reticente ad accogliere con fiducia le proposte dei gemelli e così pure tutta la pubblicità che questi stanno dando al settore di loro interesse. Se la concorrenza è benvenuta, c’è però la sensazione che i Winklevoss, arrivati relativamente da poco, si stiano limitando a scopiazzare idee altrui.

«Ciò che stanno facendo non è davvero innovativo: si limitano a fornire vie di accesso e di uscita dalle crittovalute. Se quello che cercate sono “esperti di blockchain”, la loro è roba a dir tanto elementare» dice Joe Colangelo, presidente di Consumers’ Research a Washington.

In ogni caso, Colangelo sottolinea che il lavoro dei gemelli, che comprende sia Gemini sia l’Etf, è di importanza fondamentale perché molte aziende che operano nel blockchain stanno guardando al di là delle attuali capacità tecnologiche: «Affermare che non stanno apportando niente di valido in quello che fanno vorrebbe dire dare di loro un’interpretazione sbagliata. Se i bitcoin sono quel che era internet nel 1993, questi scambi sono equiparabili ai browser di quell’epoca».

In conclusione, i gemelli hanno imparato che affrontare e gestire le critiche, giustificate o meno, è naturale e inevitabile quando si arriva a operare nell’ambito di tecnologie dalle potenzialità dirompenti. «Ricordo quando la gente diceva che Facebook era una mania passeggera - dice Tyler trattenendo una risata -. Ci siamo già passati allora: oggi ci sembra di essere esattamente a quello stesso punto, ma con un cast completamente diverso di personaggi».

Traduzione di Anna Bissanti

Copyright The Financial Times Limited 2016

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