Commenti

La Scala raccoglie la sfida di una Milano che cambia

  • Abbonati
  • Accedi
L'Analisi|Cultura & Società

La Scala raccoglie la sfida di una Milano che cambia

Si apre con una scommessa la stagione della Scala di Milano che prende il via questa sera, come da tradizione sotto gli auspici del patrono cittadino, Sant’Ambrogio: la Madama Butterfly di Giacomo Puccini, diretta da Riccardo Chailly e per la regia di Alvis Hermanis, sarà riproposta nella sua prima stesura, che debuttò al Piermarini nel 1904: allora venne fischiata dal pubblico, il che spinse il compositore a scriverne una nuova versione, quella più comunemente nota. Ma il sovrintendente del teatro scaligero, Alexander Pereira, è tranquillo: «Sono convinto che questa versione convincerà il pubblico. È una storia molto forte, senza compromessi e la scelta di concentrare l’azione in due atti è molto convincente».

Dalle sfide artistiche a quelle economiche e di ordinaria amministrazione, sono tante le partite aperte che attendono il Piermarini nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Il fitto calendario (tra opere, balletti, concerti, progetti speciali e tournée all’estero saranno oltre 250 le alzate di sipario) comporta costi di produzione e gestione elevati, che non sempre sono stati accolti favorevolmente da tutti i membri del cda della Fondazione. Il bilancio preventivo 2017 sarà discusso il prossimo 19 dicembre dall’assemblea dei soci del Teatro e poi nella riunione del cda, che aveva comunque già dato un primo via libera il mese scorso al budget presentato dalla sovrintendenza. C’è poi da avviare la trattativa con i sindacati che dovrà portare, nei prossimi mesi, al rinnovo del Contratto Unico per gli oltre 900 dipendenti del Piermarini: un nuovo incontro tra direzione e rappresentanti dei lavoratori è previsto già il prossimo 13 dicembre, mentre dalla riunione del cda del 19 dicembre si attende anche il via libera a una prima intesa concordata tra le parti, in base alla quale, visto il mantenimento dei livelli di produzione dell’anno scorso anche nel 2017, dovrebbero essere riconfermati tutti i contratti a termine.

Anche su questo Pereira si dice tranquillo, convinto della strada intrapresa due anni fa, quando arrivò alla guida del teatro scaligero: «Far crescere la produzione della Scala – osserva – è un modo per renderla più forte, anche a livello internazionale, e quindi trovare nuovi sostenitori e finanziatori. Una Scala più forte non solo è una risorsa per Milano, ma dà anche maggiore sicurezza ai lavoratori del Teatro».

In quest’ottica va letta ad esempio la scelta di aumentare i titoli d’opera in cartellone nei mesi autunnali, realizzata quest’anno e confermata per il prossimo anno. «È una grande soddisfazione essere riusciti a dare alla Scala una vera stagione d’autunno, non limitata ai concerti e ai balletti, ma con un ricco programma anche di opere», spiega Pereira. E cita le circa 40 recite tra settembre e novembre che, con Le Nozze di Figaro e Il Flauto Magico di Mozart, hanno registrato una saturazione media di sala dell’86-87%. «È un chiaro segno che il pubblico della Scala vuole qualcosa di più che qualche concerto o qualche balletto in autunno», commenta Pereira. «Milano sta cambiando e offre ai suoi cittadini e visitatori un programma di eventi sempre più ricco in autunno: anche la Scala deve fare la sua parte e ampliare l’offerta», osserva.

I risultati sembrano dare ragione di questo sforzo, che perciò proseguirà nel 2017: gli spettatori previsti entro fine anno saranno 404.690, meno del 2015 (quando in occasione di Expo il cartellone non si fermò nemmeno in estate), ma più del 2014 (354.560) e del 2013 (332.780). Saranno inoltre riproposti nel 2017 i progetti Grandi spettacoli per i piccoli e il Progetto Accademia, che vede in scena opere dirette da grandi registi e direttori interpretate dagli allievi dell’Accademia del Piermarini.

Per far fronte a questa produzione, il budget previsionale 2017 è stato mantenuto sugli stessi livelli del 2016, attorno ai 120-121 milioni di euro, una cifra superiore a quella su cui il budget della Scala si era assestato negli ultimi anni (con l’eccezione dell’anno di Expo). Anche per questo, sebbene l’ultima riunione del cda abbia dato un parere favorevole al bilancio, alcuni membri hanno raccomandato “prudenza” nei conti, alla luce soprattutto del progressivo erodersi delle risorse pubbliche.

Da qui, l’impegno del Teatro per trovare nuovi finanziamenti da partner privati, che nel 2016 dovrebbero raggiungere i 10-11 milioni di euro, una cifra simile a quella dello scorso anno (11,2 milioni). «È un mestiere complicato – ammette il sovrintendente – ed è cambiato nel tempo: oggi non basta più gestire bene un teatro, bisogna anche trovare sempre nuovi finanziatori per le attività, perché le risorse pubbliche diminuiscono. Ormai metà del mio tempo è dedicata a questo». Nell’ultimo anno la Scala ha guadagnato due nuovi soci fondatori sostenitori (Bmw Italia e Luxottica), un nuovo membro del cda (Giorgio Squinzi, con la sua Mapei, già socio fondatore) e il sostegno di Cassa depositi e prestiti al progetto Accademia, con l’intenzione di proseguire in futuro con altri progetti rivolti ai giovani.

Il futuro della Scala, conclude Pereira, si fonda non solo su nuovi modelli di gestione (resi possibili, ad esempio, dall’autonomia concessa dal Governo nel 2014), ma anche su nuovi modelli di finanziamento. «È una grande sfida per tutti – conclude – ma è una strada che dobbiamo percorrere, creando fondazioni di sostenitori della Scala nel mondo e cercando partner e sponsor».

© Riproduzione riservata