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Protagonista del «miracolo»

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Cultura & Società

Protagonista del «miracolo»

«L’uomo, il giurista, il meridionalista». Il titolo del convegno che è stato dedicato ieri a Gabriele Pescatore nella sede del Consiglio di Stato è la sintesi perfetta di testimonianze che hanno unanimemente ricordato l’immeritato silenzio che troppo a lungo ha accompagnato l’attività dello storico presidente della Cassa per il Mezzogiorno. Protagonista della fase più positiva dell’intervento straordinario al Sud, tra il 1955 e il 1976, ma anche presidente del Consiglio di Stato (1980-86), giudice della Corte costituzionale e a lungo consigliere di amministrazione della Svimez, Pescatore si è spento lo scorso 7 luglio.

Ieri il Consiglio di Stato ha intitolato a suo nome la biblioteca di Palazzo Spada dedicandogli un tributo carico di sincera partecipazione. Paolo Grossi, presidente della Corte costituzionale, ne ha messo in luce «la capacità di saper cogliere i cambiamenti di una democrazia in continuo divenire, con un’impostazione teoretica mai fredda, ma ricca di intuizioni. Un uomo pubblico sempre in grado di incidere, un modello da proporre alle generazioni di oggi». Altri interventi – di Giorgio Giovannini, presidente emerito del Consiglio di Stato, Giancarlo Coraggio, giudice della Corte costituzionale, e Natalino Irti, professore emerito della Sapienza – hanno ricordato i meriti di una lunga carriera di giurista e di uomo di cultura, tra l’altro tra gli estensori del codice della navigazione.

Adriano Giannola, presidente della Svimez, ha invece tracciato un ricordo che al pari di quelli di Paolo Baratta (si veda lo stralcio in pagina) e di Gerardo Bianco ha approfondito soprattutto le ragioni di una stagione di successo come la presidenza Pescatore della Cassa per il Mezzogiorno. «Furono anni eroici in cui, anche con il contributo di personaggi come Menichella, Cenzato, Saraceno, si affermò una linea di azione tesa allo sviluppo del Mezzogiorno che si concretizzò con un recupero di dieci punti percentuali di Pil, per poi interrompersi di nuovo dalla metà degli anni 70 con un divario dal Nord in allargamento». Infrastrutturazione di base – con strade, dighe, opere irrigue – riforma agraria e poi industrializzazione che avrebbe posto le basi per portare l’Italia tra le potenze economiche mondiali: in questo ciclo si sviluppa la spinta propulsiva della Cassa di Pescatore, rimosso nel 1976 dopo aver appreso, non senza amarezza, la notizia dal Tg1.

Del resto il lungo silenzio e il cono d’ombra che hanno immeritatamente accompagnato l’opera di Pescatore trovano oggi solo una parziale compensazione. Nel suo intervento Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore, ha parlato del giurista irpino come di «un protagonista nascosto del miracolo economico italiano, un uomo capace di realizzare opere nei tempi giusti e senza sprechi, in anni in cui il reddito pro capite del Sud cresceva a ritmi più elevati del Centro-Nord».

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