Ventotto hanno trovato ieri un accordo politico su una attesa modernizzazione delle misure di difesa commerciali proposta nel 2013 dalla Commissione europea. L'intesa, approvata a maggioranza qualificata con il voto contrario dell'Italia, dovrà ora essere negoziata con il Parlamento europeo. L'accordo è stato criticato dalle associazioni imprenditoriali perché non sufficientemente ambizioso in un contesto di accesa concorrenza internazionale.
Il pacchetto proposto dalla Commissione e approvato dal Consiglio permette tra le altre cose di adottare misure sanzionatorie contro i Paesi che esportano approfittando di costi delle materie prime artificialmente bassi. Peter Ziga, il ministro del Commercio della Slovacchia, Paese che detiene la presidenza dell'Unione, ha parlato di «grande svolta». Ha poi aggiunto: «L'Europa non può essere ingenua, deve difendere i suoi interessi, in particolare nei casi di dumping. Questo è un passo cruciale»
Attualmente, i dazi comunitari hanno come solo scopo di eliminare il danno subito dalle imprese europee (la cosiddetta Lesser Duty Rule). In alcuni casi, le nuove misure permetteranno, se approvate anche dal Parlamento europeo, di andare oltre questo obiettivo. Nel pacchetto approvato ieri mattina dai Ventotto, c'è anche la possibilità per l'esecutivo comunitario di aprire una indagine anti-dumping senza aspettare le lamentele di un particolare settore economico.
Le misure di modernizzazione delle difese commerciali giungono mentre l'Europa si preoccupa della concorrenza cinese. Pechino ha deciso lunedì di chiedere l'apertura di consultazioni con Bruxelles dopo che l'Unione ha scelto di non concedere lo status di economia di mercato alla Cina (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Su questo fronte, la Commissione ha presentato in autunno un nuovo metodo di calcolo dei dazi per superare la dicotomia tra economia di mercato ed economia non di mercato.
La scelta italiana di votare contro il provvedimento in Consiglio è la conferma di una posizione negoziale assunta in novembre (si veda Il Sole 24 Ore del 12 novembre). Per il governo italiano, le misure sono insufficienti, poco efficaci e poco ambiziose per difendere l'economia europea, secondo le parole di un diplomatico italiano. Il cambio di governo in questi ultimi giorni non ha comportato cambiamenti di politica. Contro l'accordo in Consiglio si sono espressi per ragioni diverse anche Regno Unito, Svezia, Irlanda e Olanda.
«Ancora una volta l'Unione delude le imprese manifatturiere approvando un compromesso al ribasso sulla riforma dei dazi anti-dumping», ha commentato in un comunicato da Roma Lisa Ferrarini, vice presidente per l'Europa di Confindustria. «Questa assurda regola della Lesser Duty Rule andava eliminata totalmente. Invece, i governi hanno votato a maggioranza un testo che prevede la sua disapplicazione soltanto in circostanze eccezionali».
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