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Quella lezione del fare che vale per l'oggi e per il domani

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Quella lezione del fare che vale per l'oggi e per il domani

Gabriele Pescatore
Gabriele Pescatore

Lunedì scorso sono andato a Palazzo Spada, Sala di Pompeo, a Roma, per ricordare Gabriele Pescatore “l'uomo, il giurista, il meridionalista” e c'erano proprio tutti, dal presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, al padrone di casa, il presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, l'economista Adriano Giannola, un Paolo Baratta a suo agio come pochi tra uomini e pezzi di Stato della stagione d'oro del meridionalismo italiano, Gerardo Bianco, Natalino Irti, Giancarlo Coraggio, Giorgio Giovannini, una bellissima foto di famiglia con la nuora e tutti i nipoti orgogliosi di nonno Gabriele.

Un pubblico attento composto di magistrati e uomini di Stato di ieri e di oggi venuti a rendere omaggio alla memoria del primo civil servant di questo Paese, il protagonista “nascosto” del miracolo economico italiano con la sua “macchina” di trecento ingegneri che ha ricucito di strade, dighe e acquedotti lo Stivale senza sprechi e in tempi record, ma anche il giurista innovativo, quell'idea della legge e del diritto fatta di essenzialità e di chiarezza che aiuta a risolvere i problemi, non a complicarli o a crearne di nuovi.

In prima fila il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, attento e interessato, Filippo Patroni Griffi, nessun politico tranne Gianni Letta, che resta in questo un caso a sé, e Gerardo Bianco, qui per ragioni soprattutto di amicizia e di conterraneità, tanti protagonisti di un meridionalismo che non c'è più ma che invece ha o, comunque, dovrà avere eredi all'altezza dei predecessori e capaci di farsi riconoscere, perché ne ha bisogno il Paese prima ancora del Mezzogiorno. Sentite Pajno che cosa dice di Pescatore: «Una personalità la sua che ha marcato come pochi la storia dell'Italia repubblicana.

Un irpino, nato a Serino, schivo, franco, inflessibile, aperto e leale al confronto, che ha percorso molte vie al servizio dello Stato con intenso rigore e con una esemplare capacità operativa; ancora, Sabino Cassese lo ha definito “uno dei fondatori dell'Italia moderna”, un uomo che ha collaborato con la politica e ha sempre conservato indipendenza di giudizio e autonomia di opinione». Ascoltate Paolo Baratta: «Nella nostra storia in particolari momenti si sono manifestate energie dedicate a obiettivi di crescita del Paese, energie e personalità di diversa provenienza culturale e politica. Per cui ritroviamo ad esempio Morandi a fianco di Saraceno e Menichella, e poi Pastore, Pescatore a pensare e agire con pensieri e proposte simili nelle premesse a quelle di Nitti e Beneduce, una sorta di collana virtuosa composta di grandi intelligenze ispirate da sentimenti unitari solidali di giustizia, e che ha trovato nello Stato un punto di riferimento quale soggetto responsabile; persone le cui opinioni su molti punti potevano divergere ma che erano accomunate da questo grande spirito di servizio».

Poi tutti insieme alla biblioteca di Palazzo Spada che viene intitolata a Pescatore, ex presidente del Consiglio di Stato e ex vicepresidente della Corte Costituzionale, storico presidente della prima Cassa del Mezzogiorno, quella che consentì all'Italia di raddoppiare il prestito Marshall, che l'Economist segnalava come la lepre nell'utilizzo dei fondi comunitari e indicava come modello di efficienza per la macchina pubblica europea. Questo grande italiano seppe dal tg1 delle venti che era stato rimosso in una stagione politica molto diversa da quella che vive oggi il Paese ma dove le stesse spinte demagogiche, a tratti giacobine, annullano e confondono da sempre valori e comportamenti non rispettando le persone e creando danni certi al Paese. Mi piace pensare che, guardandoci da lassù, Pescatore si sia aperto a un piccolo sorriso e abbia cominciato a scuotere la testa: tutte queste persone così importanti hanno perso il loro tempo per uno come me che non ha fatto nient'altro che il suo dovere, si è veramente rovesciato il mondo. Penso questo perché Pescatore era così e credo che la sua lezione del fare e di modestia valga tantissimo per l'oggi e per il domani.

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