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Mobilità e deleghe, riparte il confronto con i sindacati

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Italia

Mobilità e deleghe, riparte il confronto con i sindacati

Dopo quasi due anni di muro contro muro è ripreso il dialogo tra Miur e sindacati della scuola. Il clima è cambiato, come è emerso nei primi due incontri della neo ministra Valeria Fedeli - il 19 e il 22 dicembre - con i rappresentanti di Flc-Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda. Si tratta di una partita molto importante e delicata per il nuovo governo, considerando che la riforma della Buona scuola pur avendo comportato un investimento di oltre 2 miliardi e nonostante le circa 90mila assunzioni, ha finito per creare malcontento tra buona parte del personale docente e non - dato non indifferente visto che parliamo di un settore con 1 milione e 200mila lavoratori -, con ricadute negative sul versante organizzativo per famiglie e studenti. Appena insediata, la ministra Fedeli ha lanciato messaggi di disponibilità al dialogo, «avviamo i tavoli di confronto» con l’obiettivo di coinvolgere l’insieme degli attori che a vario titolo sono chiamati a realizzare la riforma della scuola. «La ministra Fedeli ha mostrato un atteggiamento di apertura al confronto più diretto - spiega la leader della Cisl scuola, Maddalena Gissi - un’attenzione al dialogo che avevamo dimenticato. In coda alla gestione dell’ex ministra Giannini erano arrivati alcuni segnali di disgelo, il passaggio di testimone è arrivato in un momento cruciale. Occorre individuare soluzioni concrete, il clima nelle scuole è pessimo, le difficoltà organizzative si ripercuotono sulle famiglie».

Un primo segnale concreto arriva dall’attuazione delle nove deleghe previste dalla legge 107/2015: Fedeli ha confermato di voler aprire un confronto con i sindacati, e sta verificando se sussistono le condizioni per ottenere una proroga di due mesi(rispetto alla scadenza del 18 gennaio) per l’esercizio delle deleghe. Domani pomeriggio è in programma un incontro al ministero sul tema della mobilità 2017-18. Nelle precedenti riunioni la neoministra ha confermato ai sindacati la sostanziale validità della legge 107/2015, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale diffusa lo scorso 21 dicembre, con la volontà di giungere ad un accordo per il contratto della mobilità. La platea interessata dalla mobilità volontaria nel 2016 è di 200mila docenti, ma restano aperti problemi attuativi: «Abbiamo avuto un gruppo di 50mila insegnanti - continua Gissi -, in prevalenza della scuola primaria e delle medie, che hanno avuto maggiori difficoltà, per implicazioni legate ad errori nell’algoritmo. Tra le 7mila conciliazioni, circa il 20-30% non si sono concluse. La soluzione ai problemi non può essere affidata al contenzioso e alle sentenze». I sindacati premono perchè si consenta ai docenti di chiedere la mobilità volontaria non solo su un ambito territoriale, ma anche direttamente sulla scuola, e perchè vengano ridotti i margini di discrezionalità della dirigenza. «C’è una predisposizione al dialogo della ministra che valutiamo positivamente - commenta il segretario generale della Flc-Cgil, Francesco Sinopoli - il metodo è importante. Nel merito riteniamo che il contratto della mobilità rappresernti il primo banco di prova. L’attuazione delle deleghe può rappresentare l’occasione per una manutenzione straordinaria della Buona scuola, a partire dalla chiamata diretta dei docenti da parte della dirigenza». Il confronto non parte da zero; la ministra ha spiegato ai sindacati che «rappresenta un preciso punto di riferimento» l’intesa del 30 novembre sul pubblico impiego, con cui il governo si impegna rivedere gli ambiti di competenza della legge e della contrattazione, privilegiando la fonte contrattuale. «Sarà l’occasione per superare le invasioni di campo della legge Brunetta e della Buona scuola sui temi della contrattazione», dice Marco Paolo Nigi (Snals-Confsal). Altri punti fermi sono stati definiti lo scorso7 dicembre nell’incontro con i vertici del Miur: «Si riprende da quanto già fissato - aggiunge il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi - per giungere ad un articolato entro fine anno e firmare il nuovo contratto entro il 15 gennaio». Last but non least l’atto di indirizzo da inviare all’Aran che, dopo sette anni di blocco, darà il via al rinnovo del contratto nazionale del nuovo comparto.

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