Commenti

Galante: «La forza di Fca: digitalizzazione e coinvolgimento»

  • Abbonati
  • Accedi
L’INTERVISTA

Galante: «La forza di Fca: digitalizzazione e coinvolgimento»

  • –di

Luigi Galante è il capo del manufacturing dei marchi premium dell’area Emea. In Fca, dunque, ha un ruolo fondamentale: segue l’industrializzazione dei prodotti e le fabbriche di Alfa Romeo e Maserati, il cui buon funzionamento è essenziale nella costruzione e nella affermazione del polo del lusso. Ingegnere meccanico uscito dalla Sapienza di Roma, 63 anni, è un capitano di lungo corso delle fabbriche Fiat, di cui ha diretto in passato tutti i principali stabilimenti. «Nella cultura della fabbrica – spiega Galante - i due principali elementi di novità della Fca rispetto alla Fiat del passato sono di tipo organizzativo e di tipo umano. Sotto il profilo organizzativo, la figura del team leader è qualcosa di totalmente nuovo. Il modello, snello e lineare, che intorno a esso si è creato prevede una ricerca di leadership dal basso, una produttività nel rapporto con le macchine e un amalgama fra gli uomini che prima non esistevano. La seconda novità è di tipo umano: a ogni livello della fabbrica, il grado di partecipazione e di cuore espresso è molto più alto».

Questo tipo di coinvolgimento, che si percepisce in tutte le fabbriche italiane, ha anche una causa psicologica. Perché – nella strategia complessa di Marchionne che ha scelto di non chiudere nessuno degli stabilimenti italiani come invece richiesto più volte dagli analisti stranieri – a ciascun impianto è stato dato un compito, concreto e evocativo. Per esempio, a Pomigliano d’Arco la Panda “strappata” ai colleghi polacchi di Tychy, che la producevano. A Melfi la prima Jeep mai prodotta fuori dagli Stati Uniti. A Grugliasco la Maserati, un mito italiano da fare rivivere. A Cassino la Giulia e la Stelvio per il ritorno dell’Alfa Romeo nelle vetture premium. Tutto questo conta, nella quotidianità di chi si trova a operare sulle linee. Linee produttive che, peraltro, hanno due caratteristiche non indifferenti. In primo luogo, nel rapporto macchina-macchina, molta tecnologia è ottenuta all’interno del gruppo da Comau: una partnership utile, nel complesso processo di design e di co-design con i fornitori nell’architettura della fabbrica. In secondo luogo, nel rapporto macchina-uomo, l’ergonomia di Fca, basata sull’Ergo-Uas, è ormai considerata uno dei benchmark dell’industria internazionale. «Questo tipo di fabbrica – osserva Galante – funziona con tre fattori: digitalizzazione, consapevolezza e coinvolgimento. Il risultato è un modello flessibile e efficace, che si adatta bene a ogni impianto e a ogni sua missione. Dalla produzione di massa di Pomigliano all’atelier di Maserati, alle linee del lusso di Cassino». E, così, oggi Fca ha un codice culturale omogeneo e dinamico e un modello di fabbrica concreto e plastico, che dall’Italia si stanno espandendo verso gli altri stabilimenti sparsi nel mondo.

© Riproduzione riservata