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L’eccezione del salvataggio di Stato e il ruolo del mercato

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L'Analisi|Scenari

L’eccezione del salvataggio di Stato e il ruolo del mercato

In cosa consiste la ricapitalizzazione precauzionale? A questa domanda, così risponde la vigilanza bancaria in Bce: «È la sottoscrizione di fondi propri da parte di uno Stato in una banca solvibile, al fine di rimediare a una grave perturbazione dell'economia del Paese e di preservare la stabilità finanziaria».

Soltanto questo basta, e avanza, per sperare che quello del Monte dei Paschi di Siena diventi l’unico intervento finanziario pubblico straordinario in Italia autorizzato da Bruxelles nell’ambito della direttiva BRRD, del bail-in e burden sharing e delle eccezioni agli aiuti di Stato. Le banche di un Paese industrializzato e tra i più grandi Pil in Europa e nel mondo devono essere sempre in grado di ricorrere al mercato per finanziarsi e fare aumenti di capitale, quali che siano le turbolenze e le perturbazioni del momento.

La ricapitalizzazione precauzionale è in effetti uno strumento molto speciale, che risponde a un’esigenza specifica e può nascere solo in una circostanza particolare. Spiega la vigilanza bancaria della Bce, che questo intervento pubblico “è limitato alla sottoscrizione di capitale necessaria per fronteggiare la carenza nell'ambito dello scenario avverso della prova di stress”. E l’ultimo stress test che ha messo in ginocchio il Monte, va ricordato, è uno scenario spalmanto su tre anni e molto avverso: perdita di 6 punti di Pil, aumento dei rendimenti dei BTp con crollo del prezzo del 12%, declassamento della banca di due gradini, deterioramento delle sofferenze, dei crediti incagliati e con inadempienze probabili.

Lo Stato interviene dunque in maniera straordinaria per assistere una grande banca in bonis, dunque solvibile, ma che ha una difficoltà temporanea ed eccezionale, come nel caso del Montepaschi. Il Monte, in seguito allo stress test, è risultato l’unica banca italiana con un crollo verticale del Common Equity Tier 1 ratio (CET1) nello scenario avverso, piombato a -2, 2% dal 12% dello scenario base (rispetto a IntesaSanPaolo sceso da 12,8% a 10,2%, Banco Popolare da 14,6% a 9%, Unicredit da 11,6%
a 7,1%).

In aggiunta a tutto questo, che è già tanto, spunta fuori la complicazione di natura discrezionale, data - secondo le autorità italiane - da un’interpretazione restrittiva delle regole e dei requisiti: nel calcolo del deficit patrimoniale del Monte, per raggiungere le soglie necessarie per la salvaguardia della stabilità finanziaria, sarebbe saltato fuori un 1% di cuscinetto che nell’operazione di mercato non c’era. Si tratta del “margine di sicurezza” dell’1% che emerge all’interno della soglia dell’8% del CET1 indicata dalla vigilanza bancaria della Bce e alla quale per allinearsi occorrono al Monte 6,3 miliardi.

Tutto messo insieme, è bene che lo Stato resti l’eccezione, il mercato la regola e la normalità.

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