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Rivendicazioni politiche, cultura e razza

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L'Analisi|Global view

Rivendicazioni politiche, cultura e razza

L’economista Brad DeLong recentemente ha fatto sul suo blog un’interessante ragionamento sui mercati e le rivendicazioni politiche (lo trovate qui: it.ly/2h6TdEu), che fornisce utili spunti di riflessione. Mi chiedo, però, se la tesi di DeLong non sia troppo astratta. Mi chiedo anche se tenga pienamente conto della sconnessione fra quello che gli elettori di Donald Trump pensano di volere e la realtà. Provo quindi a dire anche la mia.

Il punto che DeLong coglie perfettamente è il fatto che quelle persone che hanno ricevuto buone carte dall’economia di mercato sono convinte, di solito, di averne diritto (o di essersele guadagnate). E infatti quasi tutti i ricchi sono convinti di meritarsi quello che hanno. Ma in quest’annus horribilis politico, una parte della storia ha a che fare con persone della regione degli Appalachi che chiedono rabbiosamente il ritorno dei posti di lavoro redditizi che esistevano un tempo nell’industria del carbone in quella zona: anche se il mondo non vuole altro carbone, perché c’è la fratturazione idraulica e perché le industrie che ancora vogliono carbone possono estrarlo da miniere a cielo aperto o “decapitando” le montagne, metodi che non danno lavoro a molta gente.

E quello che sta dicendo DeLong è che gli americani che bramano il ritorno del carbone vogliono il lavoro che meritano, un lavoro dove possano guadagnarsi il pane. Non vogliono elargizioni dal Governo, nossignore.

Un candidato che tenga conto della realtà non potrebbe promettere a queste persone quello che vogliono. Trump, naturalmente, non si fa problemi.
Ma è davvero tutto qui il problema? Gli elettori proletari di Trump, in realtà, di elargizioni dal Governo ne ricevono in abbondanza: dipendono quasi interamente dalla previdenza pubblica per il loro reddito pensionistico; dipendono quasi interamente dal Medicare (il programma sanitario pubblico per gli ultrasessantacinquenni) quando sono anziani; dipendono in misura rilevante dai buoni spesa alimentari dello Stato; e molti recentemente hanno ottenuto una copertura sanitaria grazie alla riforma di Obama. Parecchi percepiscono anche sussidi di invalidità. Non vogliono perdere questi benefici, ma sono riusciti a convincersi (con un grosso aiuto da parte di Fox News e altre organizzazioni) che in realtà loro non beneficiano di programmi pubblici, che l’assistenza dello Stato non è per loro, è solo per «quelli là».

Lo si vede benissimo nella geografia elettorale. La California è uno Stato ricco, e uno di quelli che più contribuisce al bilancio federale. Lì ha vinto Hillary Clinton. La Virginia Occidentale è povera e riceve dallo Stato centrale enormemente di più di quello che dà. Lì ha vinto Donald Trump.

Non credo che tutto questo si possa spiegare con l’analisi economica. Deve avere a che fare con la cultura, e, come sempre, con la razza.

(Traduzione di Fabio Galimberti)

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