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Nonostante Fukushima Tokyo punta sull’atomo

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Scenari

Nonostante Fukushima Tokyo punta sull’atomo

Di sicuro è il belvedere più insolito del mondo, anche se c’è la consueta vista mare: dal settimo piano dell’“edificio ricreativo” per i lavoratori della utility Tepco, recentemente costruito, c’è l’osservatorio – con tanto di plastico e di cartine esplicative con freccette direzionali – sulla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Quattro edifici allineati si vedono ad alcune centinaia di metri da un finestrone, altri due - un po’ più lontani - dall’altro, dentro un panorama di un migliaio di grandi cisterne cilindriche che contengono centinaia di migliaia di tonnellate di acqua da decontaminare. Totale sei reattori atomici, di cui tre in stato di “cold meltdown” dal marzo 2011.

L’edificio esteticamente più attraente – un cubo affrescato di azzurrino con sfumature di bianco che fanno pensare a nuvole – è quello su cui campeggia il numero 2. Lì dentro c’è il reattore che questo mese è tornato, secondo alcune cronache, a fare spavento: due costosissimi robot inviati lì dentro dalla Tepco in esplorazione si sono inceppati, ma hanno fatto in tempo a inviare immagini e rilevazioni importanti. Il livello di radioattività all’interno del contenitore principale è stato stimato nel primo caso a 650 sievert l’ora, nel secondo caso a 230 sievert. Livelli in grado di uccidere gli esseri umani ed evidentemente di mettere fuori causa anche i robot. «C’è stato – afferma il responsabile della centrale, Shunji Uchida – in alcuni casi un allarmismo dettato da un equivoco. Si tratta di livelli di radioattività che sostanzialmente ci aspettavamo e che non hanno alcun impatto sulla situazione all’esterno del reattore». In termini generali, aggiunge, «la situazione è stabile».

Non c’è stata dunque alcuna variazione della radioattività ambientale esterna, né tantomeno a Fukushima o a Tokyo. I livelli sono in calo costante da anni. La dimostrazione arriva quando Yuichi Okamura (relazioni istituzionali Tepco, invita il gruppetto di giornalisti stranieri a visionare i progressi dei lavori in corso: ora si può arrivare davanti agli edifici dei reattori indossando solo una mascherina usa-e-getta più guanti, doppi calzettoni e cuffia-casco) e non più gli “scafandri” a protezione multistrati utilizzati in precedenti visite. Di fronte al numero 2 il dosimetro segna a tratti più di 200 microsievert l’ora: certo poco igienico, ma visto che il tour non dura molto, alla fine la radioattività incorporata risulterà di 0,02 millisievert «pari a quella che si prende in un viaggio aereo da Tokyo a New York».

Okamura indica il perimetro di 1,5 chilometri tutto intorno ai reattori dove è stato costruito il cosiddetto “muro di ghiaccio” che penetra nel sottosuolo in modo da cercare di impedire all’acqua di infiltrarsi nel terreno sotto i reattori. Un progresso indiscutibile è stato realizzato proprio nel ridurre il problema dell’acqua contaminata, con un mix di una costosissima barriera ghiacciata e operazioni di drenaggio e purificazione: il target per la soluzione di questo aspetto è indicato entro il 2020.

«In estate faremo il punto sulla road map», afferma Uchida in quello che suona come un avvicinamento all’ammissione di più che probabili ritardi nella tabella di marcia delle attività di decommissionamento. Il risultato più importante è stata la rimozione del combustibile spento dell’unità numero 4. Ma per i numeri 3, 2 e 1 (nell’ordine in cui si procederà, per gradi) i tempi per lo smantellamento appaiono in allungamento, mentre secondo vari esperti la Tepco non ha chiaro a quali tecnologie ricorrere – sempre che non occorra inventarne di nuove – per la rimozione del combustibile fuso. I 30 o 40 anni stimati oggi appaiono una tempistica ottimista. E i costi saranno ancora più astronomici.

Ciò nonostante, il governo del premier Abe va avanti nella promozione dell’atomo e questa settimana l’Authority del settore ha dato il via libera alla riattivazione di altri due reattori. Il totale approvato è di 12 reattori in sei impianti, ma la maggior parte resta ferma o per problemi legali o in attesa dell’ok delle autorità locali. Visto che buona parte dei risarcimenti per il disastro finisce a carico dello Stato, Tepco è in una situazione finanziaria migliorata e ha potuto decidere l’altro ieri di tornare a emettere obbligazioni, per la prima volta dalla catastrofe. Per migliorare la sua immagine, Tepco ha realizzato a Tomioka il suo “quartier generale per la rivitalizzazione” della provincia. Che hanno anche piantato vitigni a Kawauchi, a pochi chilometri dalla centrale: produrre bianchi e rossi è visto come uno dei possibili nuovi modi per rilanciare l’economia della zona.

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