Non è solo un premio. Dietro gli imprenditori che erano presenti ieri al Quirinale, per la Giornata Qualità Italia, «c’è un percorso che collega i premi Leonardo a un’idea di Paese, di cosa siamo e cosa potremmo essere». Vincenzo Boccia lo ricorda: l’Italia è al secondo posto in Europa come Paese manifatturiero. «Ma lo sa solo il 30% degli italiani. Cominciamo a raccontarlo, bisogna puntare più sulle potenzialità che sulle criticità». A volte, ha aggiunto il presidente di Confindustria «si perde il senso che abbiamo potenzialità incredibili, tradizioni impressionanti». Invece non bisogna perderne la consapevolezza. E quindi, ha esortato Boccia «non dobbiamo appiattirci sul presente».
La priorità è la crescita. Perché «solo la crescita è l’elemento determinante e precondizione per combattere disuguaglianze e povertà», in un periodo in cui «le disuguaglianze aumentano».
Le eccellenze dei premi Leonardo sono la testimonianza di cosa «dobbiamo fare noi dentro le fabbriche» e quindi puntare a un’industria «ad alto valore aggiunto, alta capacità di investimenti e di innovazione». Fuori dalle fabbriche «occorre una politica economica che sia all’altezza di un grande Paese come il nostro» e bisogna realizzare un «piano economico di medio termine che lo renda competitivo».
È un progetto, ha sollecitato Boccia, «a cui dobbiamo collaborare tutti, operando con rapidità, responsabilità e rispetto dei ruoli». È quella «corresponsabilità» davanti alle sfide economiche del paese su cui il presidente di Confindustria insiste: «dobbiamo cercare di andare in una direzione comune, verso una società convergente, con un ceto responsabile del Paese coerente ed esemplare».
Occorre «un collegamento tra scuola, università, mondo del lavoro, giovani e Pubblica amministrazione, che apra un grande percorso». Tra i premiati di ieri, come tradizione, ci sono anche giovani laureati: «dobbiamo essere capaci - ha continuato il presidente di Confindustria - di mantenere i cervelli del nostro paese e di saper attrarne dall’estero. Dobbiamo conquistare una nuova centralità nella progettazione e nella capacità di anticipazione».
La «questione industriale» è una priorità per la crescita. E Boccia ha apprezzato la dichiarazione dei giorni scorsi dei cinque ministri dello Sviluppo europei che va in questa direzione all’interno della Ue.
Anche perché «c’è una questione europea che è forse prioritaria rispetto a quella italiana». Di fronte ai neoprotezionismi, come quello che sta emergendo negli Stati Uniti «la risposta può arrivare solo dall’Europa». La sfida non è tra le varie nazioni europee, ma tra l’Europa e il resto del mondo: se si risponde con neonazionalismi, è la convinzione del presidente di Confindustria, la partita è già persa in partenza.
«I tanti fenomeni nuovi - ha sottolineato nel discorso di ieri - ancora in parte inesplorati e sconosciuti, che si affacciano nello scenario interno e internazionale, non contengono solo minacce, ma possono rappresentare grandi opportunità».
Per Boccia «dobbiamo saperle cogliere, metabolizzare e trasformare in un nuovo slancio, una nuova ripartenza. In un nuovo miracolo italiano - ha concluso - che è nelle nostre corde e alla nostra portata».
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