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Maggiore efficienza se i sistemi telematici della Pa dialogano

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Le lettere

Maggiore efficienza se i sistemi telematici della Pa dialogano

Gentile Galimberti,
ricevo una semplice lettera dall’Agenzia delle entrate. Inizia con “Gentile Signore” e mi chiede collaborazione per verificare la correttezza dei dati esposti nel modello Unico del 2015; mi elenca i documenti da trasmettere in copia entro 30 giorni, mi dettaglia le possibilità di trasmissione, mi allega anche una copia della richiesta da allegare alla documentazione da inviare e si chiude con un “Distinti saluti” e, oltre alla consueta firma digitale del direttore provinciale, con l’indicazione del funzionario preposto alla pratica. Normale? No! Riceve mia moglie, ma le rogne e le tasse di casa sono mio esclusivo appannaggio, lo scorso mese di maggio, una raccomandata da parte dell’affidataria del Comune di Albissola Marina in cui il funzionario responsabile (nella lettera si autocita in maiuscolo) accerta il mancato pagamento di Imu per 140 euro, applica le sanzioni e spese (49 euro) e mi lascia solo la scelta tra pagare entro 60 giorni o fare ricorso alla Ctp. Ci sono invero anche un paio di firme ma i saluti sono rimandati. Sommariamente, controdeduco da una email che: l’immobile è stato locato per 189 giorni con pagamento della cedolare secca e che ciò è desumibile dalla dichiarazione dei redditi della mia signora presentata a suo tempo telematicamente e della quale allego il numero di protocollo; che comunque è sufficiente controllare presso gli uffici comunali dove risulterà il pagamento della Tasi, alternativa all’Imu in caso di locazione, per 112 euro.
La cosa sembra facile ma non è così. Esiste ancora il quarto comma dell’art. 6 dello Statuto del Contribuente che impegna le amministrazioni a richiedere direttamente i dati in possesso di altri uffici, ma evidentemente ad Albissola Marina non si applica se l’affidataria non chiede i dati della Tasi all’amministrazione affidante. Per sistemare il tutto devo perdere mezza giornata, fare 80 km e pagare il parcheggio alle casse del Comune. Inutile aggiungere che nel frattempo e solo dietro mia richiesta, ho avuto qualche nome: Cinzia, Alba, Nicola ma mai un cognome, alla faccia della legge Brunetta sull’identificazione dei funzionari incaricati. In compenso, quando mi viene comunicato l’annullamento dell’avviso di accertamento, divento “Gentile contribuente” anche se i saluti sono rimandati alla prossima volta.
Sono questi i risultati dell’autonomia impositiva? Dell’aver avvicinato il potere alla gente se tutto quello che abbiamo ottenuto sono solo rapporti più complicati e leggi ignorate? Sono sconfortato quando constato come chi è più vicino è il primo a calpestare i diritti dei cittadini. Che non sia questa una delle cause della disaffezione dalla politica?
Lettera firmata

Caro lettore,
l’autonomia impositiva, in teoria, è una cosa sacrosanta, perché permette di avvicinare la sofferenza (pagare le tasse) al compenso (usufruire di buoni servizi). Ma, come si vede dal suo caso, di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno, il diavolo è nei dettagli, tra il dire e il fare..., e via citando quei proverbi che sono la saggezza dei popoli.
L’Agenzia delle entrate fa controlli incrociati per verificare le dichiarazioni e stanare gli evasori: conti correnti, utenze elettriche, pubblici registri di auto e yacht... Ma perché, come lei appunta, questi controlli incrociati non si fanno anche fra amministrazioni pubbliche (in teoria è la cosa più facile) così che un avviso di accertamento possa accertare prima se l’Imu era da pagare quando è già stata pagata la Tasi per una casa locata? Tutte le informazioni erano già da qualche parte nell’oceano cibernetico gestito dalla Pa. Ma forse i sistemi non dialogano fra loro...
fgalimberti@yahoo.com

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