Volano l’euro e la crescita europea, come non accadeva da tempo. L’eurozona conferma le previsioni positive sulla crescita con il Pil a +0,6% nel secondo trimestre, accelerando dal +0,5% del primo. Rispetto all’anno precedente invece è aumentato del 2,1% nell’Eurozona e del 2,2% nella Ue a 28. Perché l’Italia, rispetto a questi dati positivi, pur crescendo, arranca ancora, con previsioni meno rosee?
Mario Biagio
Caro Biagio,
purtroppo quella dell’Italia nell’euro è una storia che avrebbe potuto essere di grande successo e invece non lo è stata e continua a non esserlo perché, dopo la grande corsa e i grandi sacrifici per entrarci, ci si è fermati, senza capire che l’ingresso nell’euro non era il traguardo finale ma solo il principio della grande sfida, complicata per di più dall’arrivo della globalizzazione.
E così, paghi del ribasso dei tassi di interessi che ci facilitavano la vita e la convivenza con l’iperdebito, ci siamo seduti, rimandando all’infinito le riforme, la modernizzazione delle strutture del sistema Paese, perdendo competitività e dinamismo economico. Accumulando crescenti divergenze con i nostri partner europei. Ormai cresciamo in media la metà di quanto crescono gli altri Paesi membri dell’euro. Recuperare si può ma non sarà facile. Anche perché le incertezze politiche non aiutano.
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