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Più immaginazione per prevedere i lavori del futuro

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Più immaginazione per prevedere i lavori del futuro

Oggi è veramente difficile riuscire a immaginare il futuro. Lo è per gli esperti, che si azzardano sempre meno a disegnare scenari anche a pochi anni; e lo è ancora di più per i giovani inesperti e le loro famiglie. Avendo dei figli piccoli, che si inseriranno nel mondo del lavoro tra almeno 10 o 15 anni, mi trovo anch’io spiazzato a cercare di immaginarli in un contesto definito. Di solito cerco di consigliare le persone o i giovani a non cercare di pensare al lavoro che vogliono fare da grandi, ma al tipo di vita a cui aspirano e poi cercare quali occupazioni possono più facilmente aiutarli a realizzarlo. Vorresti sentirti utile per la società? Ti piace viaggiare e conoscere posti nuovi o cerchi stabilità e sicurezza? Preferisci una vita dinamica e attiva o ti trovi a tuo agio con attività più statiche e tranquille? Pensi di riuscire a lavorare in squadra, dare il tuo contributo e rispettare la gerarchia, o per te è importante sentirti libero, indipendente e autonomo? I soldi sono importanti, ma relativamente: se ti piace viaggiare, puoi fare un lavoro meno gratificante ma ben retribuito, che ti consenta di passare il tuo tempo libero girando il mondo; oppure fare un lavoro magari meno retribuito, ma che ti permette di esplorare Paesi diversi. Certo che se una persona è appassionata di gioielli o auto sportive, senza una ricchezza alle spalle, non dovrebbe seguire percorsi che portano verso professioni sature, non stabili e poco retribuite, anche se sul momento possono sembrare affascinanti. Da domande come queste, si può intanto cominciare a costruire un percorso formativo, culturale e caratteriale, che prepari a inserirsi in un determinato contesto. Quelle che saranno le professioni che esisteranno ancora e quelle che saranno richieste nel 2030-40-50 pochi sono in grado anche solo di immaginarle. Quello che ci aspettiamo dalla vita, invece, ognuno di noi ha il dovere di immaginarlo e provare a realizzarlo.
Alberto Dentico

Caro Dentico,
secondo Martin Ford (autore di Il futuro senza lavoro, Il Saggiatore), il concetto che meglio descrive i mestieri che saranno sostituiti dalle macchine è «prevedibilità». Un mestiere prevedibile è automatizzabile. La prevedibilità di un mestiere sembra coincidere con la mancanza di creatività e innovatività di chi lo pratica o lo richiede. Come giustamente fa notare, la prevedibilità dipende dall’immaginazione. Con un doppio senso: senza immaginazione non si devia il corso di una logica storica e senza immaginazione non si aggiunge al lavoro il valore che impedisce alla logica storica di renderlo obsoleto. Il punto è che l’immaginazione si coltiva. La volontà, i valori, i desideri sono dimensioni che differenziano le macchine e gli umani: perseguendoli, gli umani resteranno soggetti attivi della loro storia. Se poi lo faranno in modo civicamente avvertito, riusciranno anche a costruire una storia decente.

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