Commenti

Se la Vigilanza della Bce «ignora» l’economia

  • Abbonati
  • Accedi
BANCHE E REGOLE

Se la Vigilanza della Bce «ignora» l’economia

(Bloomberg)
(Bloomberg)

La stretta della Vigilanza bancaria di Bce sui Non performing loans (Npl) rischia di penalizzare i conti delle banche italiane e soprattutto di rallentare il flusso del credito alle imprese, condizionando anche la timida ripresa dell’economia. Se la nuova «guidance» di Bce dovesse essere approvata senza modifiche, ovvero mantenendo l’azzeramento nei bilanci bancari dopo due anni per i crediti a rischio non garantiti e dopo sette anni per quelli garantiti, le conseguenze immediate per il sistema economico sarebbero due: una maggiore cautela nell’erogazione del credito alle imprese e alle famiglie e un aumento dei tassi d’interesse per «prezzare» il maggior rischio di credito. Una misura anticiclica, difficile da comprendere sia nel merito che nel metodo.

Nel metodo perché un organismo di tecnici entra, con un sotterfugio, in scelte che spetterebbero alla politica europea. L’Ecofin, che è composto dai ministri dei Governi dell’Unione europea, aveva adottato una linea prudenziale sul tema raccomandando a luglio di non coinvolgere nella riforma i crediti non garantiti. La Vigilanza Bce ha invece nei fatti travalicato le indicazioni che arrivavano dai rappresentanti dei Governi, introducendo le nuove regole sui crediti con un intervento che non agisce sui criteri obbligatori ma sulla cosiddetta «guidance», ovvero sulle raccomandazioni non vincolanti per le banche. Non vincolanti ma, nei fatti, immediatamente “prezzate” dai mercati nel momento in cui sono state comunicate ufficialmente.

C’è del metodo nell'agire della Vigilanza Bce guidata dalla francese Danielle Nouy, che a ottobre 2018 esaurisce il proprio mandato. Un metodo che appare più politico che tecnico. Ed enunciato, nei suoi obiettivi principali, anche pubblicamente: ridurre il numero delle banche in Europa e azzerare i rischi di credito nei bilanci degli istituti. Con due addendum non dichiarati: introdurre una ponderazione sul capitale sui titoli di stato in portafoglio alle banche e rinviare a tempi futuri un serio screening sugli oltre 540 miliardi di titoli «tossici» presenti nel portafoglio di alcune grandi banche europee.

Pur di evitare di affrontare i rischi finanziari delle grandi banche europee (soprattutto tedesche e francesi), il direttorio politico-tecnico della Vigilanza Bce ha dirottato l’attenzione sul tema dei crediti in sofferenza. Diffondendo anche alcuni assiomi mai dimostrati, come la contrazione dei prestiti alle imprese quando gli Npl superano certe soglie. «Si tratta di un dogma che non è mai stato accertato», ha ammesso pochi giorni fa in un’intervista a Il sole 24 ore Carlo Cottarelli, che negli ultimi anni ha rappresentato l’Italia al Fondo Monetario Internazionale.

Anche nel merito, dunque, le scelte della Vigilanza della Bce sono più che discutibili. Così come è criticabile la scelta di comunicazione di preannunciare per marzo 2018 eventuali nuove decisioni sullo stock di Npl pregressi. Lasciando mercati, banche e imprese nell’incertezza. Il peggiore degli stati d’animo per chi dovrebbe investire nell’economia reale.

© Riproduzione riservata