Cara Cerretelli,
che idea si è fatta dell’intemerata del Partito democratico nei confronti del governatore della Banca d’Italia? Sui giornali italiani si leggono analisi interessanti sulla ratio della mossa piuttosto irrituale del principale partito della coalizione di governo. Ma qui da noi si parla soprattutto della valenza politica della mossa di Renzi. Del suo significato in vista della campagna elettorale. Di uno smarcamento del Pd dal mondo delle banche che tanti mal di pancia gli ha dato negli ultimi anni. Ma io ho come la sensazione che i riverberi più rilevanti della vicenda siano quelli a livello europeo. In fondo la Banca d’Italia è un’istituzione prestigiosa e rispettata che fa parte del sistema delle banche centrali europee. Mentre il siluro lanciato contro via Nazionale mi fa venire in mente una parola che al nostro Paese in sede europea ha già fatto parecchio male in passato: “Instabilità”. Detto questo, certezze non ne ho e quindi le chiedo: abbiamo inferto un altro piccolo colpo alla credibilità del Paese oppure è la sindrome da penultimi della classe che ci fa continuamente sentire in difetto rispetto ai partner europei?
Lettera firmata
Nessuno discute la legittimità del periodico ricambio alla guida della Banca d’Italia. Però a volte i modi sono più importanti persino delle decisioni finali. Nel nostro caso il modo, quello dell’imboscata parlamentare non solo è irrituale ma anche e soprattutto nuoce all’immagine europea dell’Italia come a quella di una delle sue istituzioni più rispettate all’estero. E infligge un vulnus alla sua indipendenza.
Proprio quando in Europa ripartono i negoziati sia sul completamento dell’unione bancaria, con tutta la carne al fuoco che ha l’Italia tra crediti deteriorati e la montagna di titoli di Stato presente nei bilanci delle sue banche, sia sulla riforma dell’Eurozona con il megadebito italiano che non cessa di preoccupare i partner anche in vista del graduale smantellamento della politica di quantative easing della Bce, abbiamo un disperato bisogno di presentarci al tavolo perlomeno come interlocutori solidi e credibili. Soprattutto in questo momento, dunque, un indebolimento della Banca d’Italia, in qualsiasi forma e per qualsiasi ragione avvenga, non aiuta ma danneggia la difesa dell’interesse nazionale.
© Riproduzione riservata