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Fra avidità e paura, il nostro interesse per le criptovalute

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Fra avidità e paura, il nostro interesse per le criptovalute

Gentile Galimberti,

il suo libro “Economia e pazzia” è di attualità, quando parlava della bolla speculativa dei tulipani olandesi, parliamo del XVII secolo, ma non poteva immaginare la bolla sui subprime, e soprattutto la ipotesi di bolla sulle criptovalute.Non so se siamo nella bolla, ma penso che non ne siamo distanti, ora anche qualche governo si sta muovendo. Solo che mi sembra un ritorno al passato, anche in Olanda a un certo momento furono usate le vendite a termine, paragonabili ai nostri future, le piattaforme ora sono in rete, a quel tempo nelle taverne, insomma siamo più evoluti a livello tecnologico ma a livello cerebrale mi sembra che le cose non siano proprio cambiate, proprio una “pazza economia”.

Marco Nagni

Caro Nagni,

un giorno ci saranno tesi di laurea sulla meteora del fenomeno bitcoin e più in generale sulle criptovalute (è di ieri la notizia che un’altra criptovaluta, il Ripple, ha guadagnato il 35.000% in un anno). Su questo fenomeno si incrociano l’economia, la finanza comportamentale, la psicologia (o, per meglio dire, la psichiatria), la storia e la sociologia... Ma tutto questo intreccio interdisciplinare non vale a nascondere il fatto che all’origine ci sia l’eterna danza fra avidità e paura, fra euforia e fuga, fra spilli e palloncini, fra sogni e realtà, una danza iscritta nel nostro Dna e che, come dice lei, può cambiare la veste tecnologica ma segue passo passo i meandri inalterabili della nostra corteccia cerebrale.

Tutti capiscono i bulbi di tulipani, che dopo tutto si possono toccare e il cui prodotto finale ha un vezzo odoroso e ornamentale. Ma il fatto che quasi tutti non capiscono il bitcoin (che essenzialmente è “una soluzione alla ricerca di un problema”) aggiunge qualcosa alla sua mistica e ne fa un desiderabile oggetto misterioso. Bisogna distinguere, tuttavia, fra il bitcoin stesso e l’infrastruttura tecnologica che lo supporta (il blockchain). Quest’ultimo è un’ingegnosa soluzione informatica che ha molte utili applicazioni, e sta trovando usi nella finanza e negli archivi di dati, dai sistemi di pagamento ai sistemi catastali.

Insomma, il nostro Dna sta tranquillo quando si parla del blockchain, ma si accende come un albero di Natale quando entra in gioco il bitcoin. Intanto, se qualcuno vuole giocarci, auguri.

fgalimberti@yahoo.com

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