Gentile Cerretelli,
gli ultimi giorni hanno visto piovere da ogni parte le promesse elettorali più bislacche, tutte o quasi con il denominatore comune di promettere un taglio (o meglio, un occultamento) di questa o quell’altra tassa, in base al presunto tornaconto delle diverse costituency elettorali. A noi elettori con qualche primavera sulle spalle, le dichiarazioni pre-elettorali dei nostri politici lasciano tutto sommato freddini, sappiamo bene che in Italia più che altrove si fa campagna in poesia, ma che alla fine si governa in prosa, ultimamente usando testi scritti in lingua di ceppo germanico peraltro. Quello che mi domando è come certe sparate vengano interpretate a Bruxelles e, in generale, all’estero dove mi sembra di scorgere, oltre a più rispetto per i conti pubblici e quindi le generazioni future, maggiore aderenza alla realtà da parte del ceto politico, specie da chi - avendo già ricoperto cariche pubbliche - dovrebbe avere imparato il peso delle parole che dice.
Lettera firmata
Che dire, se non che l’Italia sta giocando con il fuoco. Intendiamoci: è vero che tutte le campagne elettorali, specialmente quelle nostrane, scaricano regolarmente grandi carichi di promesse farlocche. Ma è altrettanto vero che il gioco a chi la spara più grossa non depone a favore della serietà della classe politica e di conseguenza della credibilità del Paese. L’Europa ci guarda con preoccupazione aspettando l’esito delle elezioni di marzo. Siamo la terza economia dell’euro: la nostra destabilizzazione politica, che automaticamente diventerebbe anche economica e finanziaria, non sarebbe solo un problema italiano ma anche un incubo europeo.
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