Gentile Cerretelli,
la Ue sembra stia facendo di tutto per favorire i movimenti, anzi i partiti, populisti. Con l’attribuzione sconcertante, anche se con il sorteggio, dell’agenzia del farmaco Ema ai Paesi Bassi, poi il ricorso gestito da un giudice olandese. Come se non bastasse, la vigilanza europea, tramite la presidente Danièle Nouy, torna alla carica con le coperture sulle sofferenze, lasciando scoperti i titoli illiquidi, di cui sono piene le banche tedesche e francesi, e visto che c’era spazio per ulteriori interventi, ecco che anche i titoli di Stato, di cui le banche italiane, seppur con importi in diminuzione, sono presi di mira, ovvero non devono essere più classificati come «risk free». Certo se fosse la trama di un romanzo giallo, non avrebbe avuto successo, visto che è palese che in questo caso «l’assassino» non è il solito incauto maggiordomo, ma tutto lascia intravedere che i maggiori indiziati siano i vertici europei. Forse esagero, non sono né condivido i populisti, ma questi episodi mettono a dura prova il mio credo europeista, poi magari le cose si aggiusteranno, ma per il momento i dubbi sono tanti.
Marco Nagni
Falconara Marittima
Caro Nagni,
nel bene e nel male, l’Europa siamo sempre noi con tutti i Paesi dell’Unione. Se le istanze dell’Italia spesso non sono accolte, non è per gli intenti persecutori o punitivi dei nostri partner ma molto più semplicemente in genere loro, i nostri partner, sono più attenti e dedicati alle dinamiche europee e per questo più competitivi e vincenti nell’asserire le loro ragioni e i loro interessi. Negli anni l’Italia ha imparato a essere meno distratta e provinciale , più professionale quando negozia a Bruxelles e dintorni. Continuiamo però a scontare i ritardi accumulati, il gap di credibilità, il nostro enorme debito pubblico che non ci favorisce ma allarma i nostri partner che per questo ci chiedono più garanzie. Doppipesismi? Innegabili ma dipendono dalle nostre lacune di cui sopra. Giusto? Solo noi possiamo liberarcene: nessuno regala niente a nessuno in Europa come altrove. Quanto all’Ema, l’Olanda ha giocato sporco ma sarà difficile rovesciare la decisione dei Governi ottenendo un voto favorevole dell’Europarlamento. E comunque, anche se ci fosse, non sarebbe Milano a subentrare automaticamente ad Amsterdam ma si aprirebbe una nuova gara tra tutte le città che si sono candidate a ospitare l’Ema.
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