La storia di questa tornata elettorale e dei nuovi strumenti di propaganda in essa utilizzati per costruire consenso deve
essere ancora compresa e raccontata appieno. Ma si comincia a capire qualcosa. Luogo centrale d'interazione, informazione
e formazione dell'opinione pubblica sono diventati la rete e i social dove, in ogni minuto passano mediamente oggi 481mila
tweet e 973,000 collegamenti a Facebook.
Si tratta di una rivoluzione che ha i suoi lati positivi e negativi. Dal lato positivo la velocità di circolazione delle conoscenze
accelera in modo esponenziale. Se ai tempi del medioevo far conoscere una nuova idea costava tempo e fatica oggi i ricercatori
possono diffondere in rete come working paper (lavoro di ricerca) senza copyright prima della pubblicazione e far circolare
in tempo reale le loro nuove idee. Addirittura prima del loro completamento è possibile postare su un social un grafico o
un concetto e ottenere istantaneamente critiche, commenti ed obiezioni da ogni parte del mondo. I social e la rete ci consentono
inoltre di fare rassegna stampa quasi in tempo reale a velocità incomparabile rispetto a quando eravamo ragazzi e tagliavamo
articoli con le forbici.
Questa enorme circolazione di idee è anche circolazione di umori, sentimenti, rabbia ed istinti e crea dunque bolle speculative
di comunicazione producendo spesso corto circuiti in cui finiscono anche persone assennate e responsabili, magari colte da
un momento di rabbia. Il livello di formazione di chi naviga in rete è fondamentale infatti per discernere i contenuti e il
rischio di maggioranze “ignoranti” attratte da chi urla di più è sempre dietro l'angolo.
C'è qualcuno che prima di altri ha capito come funziona la formazione del consenso politico dopo la rivoluzione della rete.
Uno dei social più importanti da questo punto di vista è Twitter. Per capirci è come se oggi attraverso questo mezzo di comunicazione
lo Speaker's Corner londinese di Hide Park, famoso esempio di democrazia anglosassone dove chiunque poteva mettersi in piedi
su una cassetta ed improvvisare un discorso, si sia globalizzato ed internetizzato. Ovvero tutti possono mettersi da ogni
parte del mondo e in ogni istante di tempo su una cassetta “virtuale” ed usare quel pulpito per lanciare epiteti o invettive,
o fare ragionamenti sensati. Ed è come se miliardi di oratori avessero di fronte a loro il pianeta intero che può leggere
e commentare da qualunque luogo e in qualunque istante di tempo successivo quanto hanno detto. Se vogliamo trovare un ulteriore
aspetto positivo anche da questo punto di vista si tratta di una palestra eccezionale per conoscere argomenti e temi chiave
più o meno rozzi, più o meno sofisticati di chi non la pensa come noi.
E' ormai arcinoto che queste nuove potenzialità sono state usate da diverse parti a scopo di propaganda politica con approccio
intimidatorio. Se qualcuno inizia una discussione pacata su un tema sensibile per una parte politica (in particolare migranti
ed Europa) ad un certo punto viene travolto da insulti e minacce il risultato è un fenomeno di selezione avversa per la quale
le persone perbene (soprattutto quelle meno abituate) se ne vanno. E chi è oggetto degli insulti, se non abituato ai nuovi
mezzi di comunicazione, si sente terribilmente offeso e colpito.
In realtà gli strumenti utilizzati sono particolarmente rozzi e ormai noti. Gli odiatori da tastiera si organizzano gestendo
indirizzi multipli. Gli indirizzi sono tutti uguali, insultanti ed intimidatori, a senso unico. Usano spesso l'arma del falso
stupore («Ma dove vive?»), sono incapaci di spirito critico. Nei casi più rozzi entrano nella discussione in modo semi automatico
non c'entrando appieno il tema in oggetto. L'attacco scatta quando si toccano temi sensibili e gli interventi sono a grappolo
per dare la sensazione all'interlocutore di essere sopraffatto da una maggioranza.
Qualcuno potrebbe pensare ingenuamente che account fasulli o pseudoumani non votano perché propagandisti possono gestire siti
multipli ma non voti multipli. Eppure è in quella pentola di formazione del consenso che ribolle e si struttura il nuovo senso
comune che influenza il pensiero soprattutto dei più incerti.
Conoscere è il primo passo per superare il problema. La stessa Twitter sta lavorando per aumentare gli strumenti a disposizione
per bloccare “odiatori seriali” e meccanismi simili. Possiamo infatti bloccare questi account ed impedire che citino nostre
considerazioni o commenti. Oppure metterne in evidenza i rozzi mezzi di propaganda ed esporli al pubblico ludibrio o prenderli
in giro.
L'errore più grande sarebbe quello di abbandonare questo formidabile campo e strumento di formazione del pensiero ai facinorosi.
Nel primo tempo dei social siamo stati sorpresi e metodi rozzi di propaganda che passeranno alla storia hanno avuto la meglio.
E' iniziato il secondo tempo. I meccanismi sono stati svelati. Siamo tutti convocati per scrivere una pagina diversa di questa
storia. Nell'era della rete sarebbe un errore pensare di poter non scendere in campo. Siamo già tutti in campo perché seminatori
di odio e di zizzania hanno cominciato da tempo a giocare la partita.
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