Mantenere la stabilità finanziaria è fondamentale per chi ci presta i soldi, e gli investitori «sono in larga maggioranza
italiani» e vedrebbero svalutati i propri risparmi in caso di aumento dei tassi di interesse. Si basa su questa premessa il ministro dell'Economia Giovanni Tria per assestare il colpo contro le tentazioni di deficit rilanciate in mattinata dal
vicepremier Di Maio. «Al Quirinale ho giurato di esercitare le mie funzioni nell'esclusivo interesse degli italiani. E ovviamente non l'ho giurato
solo io».
Come sempre, anche nell' intervento di questa mattina alla Confcommercio il tono di Tria è tranquillo, e l'argomentare è lineare.
Ma le parole arrivano come pietre alla vigilia del programma di finanza pubblica che domani deve tradurre in cifre settimane
di polemiche incendiare all'interno del governo.
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L'obiettivo della manovra, sostiene Tria, deve essere quello di coniugare «più crescita e stabilità finanziaria», anche perché
«senza stabilità finanziaria la crescita non c'è. Si può anche decidere di dare più soldi in tasca ai cittadini - aggiunge
- ma se loro temono che domani ci sia un disastro non li spendono». Anche per questa ragione, «le polemiche con la Commissione
europea non hanno senso, perché se si genera sfiducia nessuno investe e nessuno consuma».
Il messaggio è forte e chiaro, e sostiene la strategia “graduale” che il titolare dei conti italiani continua a mettere sul tavolo del confronto di governo. Il primo passo della manovra è lo stop agli aumenti Iva, che rappresenta anche la prima ragione della revisione degli obiettivi di deficit concordati l'anno scorso con Bruxelles. Poi, con gli spazi che rimangono anche alla luce delle coperture, c'è l'avvio dei tagli fiscali per partite Iva e Pmi e i ritocchi alla legge Fornero, insieme alla ristrutturazione dei fondi di welfare per far partire il reddito di cittadinanza.
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